Lui continua a negare con tutte le sue forze ma la procura di Biella, a chiusura delle indagini, conferma invece ogni accusa. Quella notte di Capodanno a Rosazza, a sparare il colpo partito dal minirevolver di sua proprietà ferendo il genero del capo scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, fu proprio lui: il deputato Emanuele Pozzolo, di Fratelli d’Italia fino al 8 gennaio di quest’anno. In attesa di potervi rientrare. La procuratrice capo Teresa Angela Camelio ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari al deputato che è rimasto l’unico indagato per il ferimento del 32enne Luca Campana. E a questo punto potrebbe essere rinviato a giudizio con le accuse di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e di munizionamento in luogo pubblico o aperto al pubblico, omessa custodia di armi e accensioni o esplosioni pericolose.

Secondo la procura, lo Stub per rilevare le tracce di esplosivo al quale si è sottoposto Pozzolo, la perizia balistica redatta per la procura dall’esperta Raffaela Sorropago, e le altre indagini effettuate nei locali della pro loco di Rosazza dove si teneva il party organizzato dalla sindaca del paese, Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario, hanno escluso il coinvolgimento di terze persone. Malgrado sulla pistola siano state rinvenute, oltre alle tracce genetiche del deputato che ne è il proprietario, anche il Dna del caposcorta di Delmastro, Pablito Morello, e di suo figlio Maverick. Entrambi poliziotti penitenziari, i due avrebbero maneggiato l’arma dopo lo sparo per riporla al sicuro. Così almeno hanno dichiarato, non smentiti da alcuno dei presenti alla festa.

Ma c’è di più: «La consulenza tecnica balistica – scrive la procuratrice Camelio – ha accertato la piena sovrapponibilità delle testimonianze delle persone informate sui fatti e quelle della persona offesa e non ha riscontrato la ricostruzione alternativa fornita originariamente dall’onorevole Pozzolo».

Lui però non ci sta e continua a negare di aver sparato anche se non indica chi lo avrebbe fatto. «Se fossi stato io a sparare quella sera – afferma Pozzolo – cosa che ho negato fin dal primo momento, come mai mi sarei sottoposto allo Stub? Perché è stato fatto solo su di me, quando ho dichiarato che il colpo non è partito dalla mia mano?». E la domanda non è la sola legittima sulla vicenda. Non è ancora chiaro infatti, come sottolineato in questi giorni da Matteo Renzi, dove si trovasse esattamente Delmastro quando partì il colpo. Le versioni sono contrastanti.

In ogni caso, spiega la procura, oltre al fatto che la North American Arms calibro 22 che ha sparato «non poteva essere portata in luogo pubblico e aperto al pubblico, poiché detenuta esclusivamente in regime di collezione», è emerso persino «che anche il munizionamento detenuto dall’onorevole al momento dello sparo non poteva essere portato in luogo pubblico e/o aperto al pubblico poiché “espansivo” e, pertanto, rientrante nel munizionamento da guerra».