Il prossimo dibattito dei democratici si terrà probabilmente a Los Angeles il 19 dicembre. L’incertezza nasce dal fatto che i sette candidati attesi sul palco hanno dichiarato che non vi parteciperanno se non sarà trovato un accordo sindacale per i lavoratori del settore alimentare che sono in sciopero e stanno negoziando il rinnovo del contratto.

Ad aprire questo fronte è stata la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, la quale in un tweet ha dichiarato di preferire non partecipare al dibattito «piuttosto che passare attraverso un picchetto di lavoratori», quelli che stanno pianificando di manifestare davanti il luogo dove si dovrebbe tenere l’evento.

Subito dopo, sempre su Twitter, hanno postato messaggi simili Bernie Sanders, Amy Klobuchar (e questi erano prevedibili), ma anche i ben più moderati Joe Biden, Pete Buttigieg, Andrew Yang e il candidato miliardario Tom Steyer. Nell’ambito di queste primarie democratiche il sostegno di pilastri liberal come il labor è fondamentale, in particolare per candidati come Sanders e Warren che lottano per consolidare il sostegno a sinistra.

Solo pochi giorni prima di manifestare la loro solidarietà con i lavoratori di Los Angeles, Sanders, Warren e Biden, i tre candidati in testa, avevano preso parte a una Town Hall, un incontro con la base dove i politici devono rispondere alle domande dei cittadini, organizzata a Las Vegas da Unite Here, un sindacato attivo in uno Stato politicamente incerto.

Il labor è particolarmente influente in California, e la potente Federazione dei lavoratori della California è stata chiara: «Ogni candidato democratico ha promesso di lottare per i lavoratori. È tempo di mettere in pratica queste parole», ha twittato la federazione. Per i democratici il calcolo è semplice: schierarsi dalla parte dei lavoratori, e dei sindacati, che sono qui registi politici, è ben più importante di un’altra ora di dibattito.

Unite Here ha dichiarato di stare negoziando «nella speranza di raggiungere un accordo prima del dibattito democratico di giovedì», consapevoli che annullare un dibattito sarebbe impegnativo per il partito a loro più vicino, ma tutta la vicenda mostra quanto, andando a sinistra, il Partito democratico abbia rafforzato la posizione dei sindacati e dei lavoratori. In questo sforzo su più fronti i democratici stanno cercando di presentarsi come il partito vicino alla classe lavoratrice, mosso da un sincero interesse per la nazione più che per il potere.

In questo senso Chuck Schumer, portavoce democratico al Senato, in una lettera pubblica indirizzata al suo corrispettivo repubblicano, Mitch McConnell, ha proposto che al Senato, dove ora si sposterà il processo di impeachment, «i fatti possano essere considerati in modo completo ed equo», e che vengano inclusi i documenti che la Casa bianca ha trattenuto e i testimoni ai quali ha impedito di testimoniare alla Camera.

Questa è la settimana in cui l’Assemblea metterà sotto accusa Trump a pieno titolo. Dopo questo voto che dovrebbe avvenire già domani, seguirà un processo al Senato per imputare, o meno, Trump con l’accusa di aver abusato dei poteri del suo ufficio e ostacolato il Congresso. I repubblicani ripetono on ogni occasione e modo possibile di non avere alcuna intenzione di incriminare Trump. La mossa di Schumer di fissare una data di inizio, il 7 gennaio, e delle regole, è per costringere i repubblicani a negoziare sulla forma e la portata del procedimento.