La giornata elettorale di ieri non è andata benissimo per Trump, anche a causa sua. Specie in Kentucky, il tycoon ha trasformato le elezioni locali in un referendum personale sull’approvazione del suo operato.

In Mississippi, uno degli Stari più reazionari, il posto di governatore resta prevedibilmente in mano repubblicana, ma nel seppur conservatore Kentucky le preferenze sono andate al democratico moderato (più nei toni che nei contenuti) Andy Beshear.

Besgear ha rivendicato il successo contro il governatore repubblicano uscente Matt Bevin, ma Bevin non ha riconosciuto la sconfitta e ha chiesto un riconteggio, anche se il risultato difficilmente cambierà. Trump mastica amaro, era andato apposta in Kentucky per sostenere Bevin dicendo agli elettori che se il governatore repubblicano avesse perso «diranno che Trump ha subito la più grande sconfitta nella storia del mondo Non potete permettere che mi facciano questo!».
In realtà la sconfitta personale di Trump c’è, ma la vittoria democratica in Kentucky non è così clamorosa; Bevin era molto impopolare e liberarsi di lui per gli elettori era la cosa più importante, mentre in tutte le altre cariche locali a vincere è stato il Gop.

Ben diversa la situazione in Virginia, che per la prima volta dal 1993 passa solidamente in mano democratica (e per la prima volta Ghazala Hashmi sarà la prima donna musulmana eletta al Senato della Virginia). I Dem hanno vinto sia alla Camera che al Senato e vanno ad aggiungersi al governatore e a i due senatori che sono compagni di partito. Anche se è vero che dal 2008 la Virginia – alle presidenziali – ha sempre votato per il candidato democratico, ciò non accadeva alla Camera e al Senato.

Questo spostamento indica un cambiamento delle aree suburbane, dove risiede una media borghesia che non si sente più rappresentata dal partito repubblicano di Trump e ha preferito guardare altrove.

Il risultato di queste due elezioni non è piaciuto per niente a The Donald che ha ripetutamente twittato che, se non fosse stato per lui, Bevin in Kentucky avrebbe perso in modo ancora più catastrofico, in quanto, prima della sua apparizione al comizio finale, il governatore era indietro di oltre il 10% mentre alla fine ha perso si, ma solo di poco. Questa affermazione non è sostenuta da alcun dato, ovviamente. Sono dati evidenti, invece, quelli riguardanti piccoli episodi significativi, come la città natale del super conservatore vicepresidente Mike Pence, Columbus, Indiana, che ha eletto il primo sindaco democratico dal 1981.

È stata beffardamente eletta anche Juli Briskman, diventata famosa due anni fa in seguito alla pubblicazione di una sua foto in cui, in sella alla bicicletta, mostrava il dito medio al passaggio della macchina di Trump. Per quel gesto, ai tempi, Briskman fu licenziata. Il problema per il presidente è che queste elezioni si sono svolte in un periodo complicato, con le investigazioni per l’impeachment che apportano ogni giorno nuove evidenze riguardo uno scambio di favori con l’Ucraina, e la corte federale che ha respinto l’appello riguardo il suo categorico rifiuto di presentare le dichiarazioni dei redditi.

Sembra ora probabile che Trump chiederà alla Corte Suprema di pronunciarsi sulla sua pretesa di essere immune dalle indagini penali mentre è in carica alla Casa bianca. Se il tribunale deciderà di esaminare il caso, la sua decisione produrrà una dichiarazione importante sui limiti del potere presidenziale.