I big del Pd scelgono Milano per chiudere questa difficile campagna elettorale. I candidati leader Bonaccini, Schlein, Cuperlo e De Micheli si stringono in un abbraccio sul palco del teatro Buratto, insieme a Pierfrancesco Majorino, col sogno di «liberare la Lombardia e far finire un incubo», dice Schlein. A Roma invece Alessio D’Amato sceglie una piazza di Garbatella, il quartiere di Giorgia Meloni, per tentare la «rimonta» sul centrodestra di Francesco Rocca, l’ex capo della Croce rossa favorito nei sondaggi. Con lui in piazza il governatore uscente Zingaretti e il sindaco Roberto Gualtieri, che insistono sulla necessità di non riconsegnare la regione «alla destra peggiore». Quella che «si comprava i suv coi soldi pubblici, mentre noi abbiamo comprato gli apparecchi per le tac», arringa Zingaretti. Mentre Gualtieri nella foga definisce D’Amato «uno statista», e avverte: «Roma ha bisogno di una regione che aiuti a non dissipare i fondi del Pnrr».

ARRIVA ANCHE Carlo Calenda, nella sfilata di tutti i leader della coalizione con Angelo Bonelli e Benedetto Della Vedova. Un alleato scomodo per i dem: rapporti pessimi. Tuttavia il capo di Azione ci mette la faccia per D’Amato, che indica come simbolo di una politica che «sa mettere a posto le cose». L’opposto della «corrida», l’unico argine a una destra che «ha messo a sacco Roma». Calenda pare molto meno ottimista degli altri: «Alla gente queste elezioni non interessano, pensa solo a Sanremo. Ma io per attirare l’attenzione non posso prendere a calci le fioriere», ironizza sulla performance di Blanco all’Ariston. «Ma il voto a D’Amato per me conta così tanto che ho dato un bacio a Bonelli». Poi una bordata ai dem: «Una cretinata andare tutti a Milano e non a Roma, preferiscono sempre il M5S».

ZINGARETTI E D’AMATO insistono sul voto disgiunto, un appello a «tutti quelli che non vogliono il ritorno della destra». In primo luogo gli elettori del M5S. «È come un ballottaggio Rocca-D’Amato», fa eco Gualtieri. Mentre Bonelli va giù duro contro il polo M5S-sinistra e la loro candidata Donatella Bianchi: «Chi oggi si candida a rappresentare il mondo ambientalista in realtà è alleato della destra che vuole smantellare le aree protette del Lazio», l’attacco alla ex presidente del Wwf ora front woman del M5S. D’Amato insiste ricordando la sua gestione del Covid, «qui non ci sono state le bare di Bergamo». E avverte: «La destra nelle regioni colpisce i diritti delle donne, lo vediamo nelle Marche e in Umbria. Qui lo impediremo». Il riferimento è all’applicazione della legge 194 sull’aborto, a partire dalla pillola Ru486 nei consultori.
A Milano sembra di assistere a una puntata del congresso Pd. I 4 candidati ostentano unità, ma la notizia dell’arresto dell’europarlamentare dem Cozzolino a poche ore dal voto li getta nello sconforto. Cuperlo, il primo a lanciare l’idea della reunion, loda Majorino e dice: «Se il centrosinistra vincesse qui dopo 28 anni sarebbe un fatto politico enorme. Questa regione sa anticipare i processi politici nazionali». Bonaccini non lesina critiche alla sanità lombarda: «Troppo centrata sugli ospedali, e il sistema è per metà privato. Dobbiamo far capire alle persone più deboli che solo con noi si investirà su sanità e scuole pubbliche, per far sì che un ricco e un povero siano curati e istruiti nello stesso modo». È uno dei refrain della campagna congressuale del governatore emiliano, che ha buon gioco a ricordare come nella sua regione le cose siano diverse.

SCHLEIN, VICINA a Majorino anche nella battaglia interna al Pd, loda la coalizione messa in piedi in Lombardia: «Qui c’è un’alleanza molto solida, può fornire l’alternativa che ci serve». In Lombardia Pd, sinistra, verdi e M5S sono alleati, mentre il terzo polo corre in solitaria con Letizia Moratti. Schlein insiste sul diritto alla casa, e sulla precarietà lancia una stoccata a Bonaccini, che l’aveva accusata di parlare poco di imprese e crescita: «Non credo che il Pd abbia perso voti perché parla poco di imprese, semmai perché non ha fatto abbastanza contro la precarietà», la replica.

MENTRE I CANDIDATI si abbracciano, dal Nazareno arrivano i nuovi risultati parziali dei congressi di circolo, che si concluderanno domani (nel Lazio e in Lombardia si vota però fino al 19 febbraio). A ieri si erano espressi circa 35mila iscritti: Bonaccini è avanti con il 51,68%, seguito da Schlein (35,82%), Cuperlo (8,08%) e De Micheli (4,41%). La vittoria in almeno una delle due regioni al voto potrebbe rivitalizzare la partecipazione alle primarie del 26 febbraio. Ma le speranze di un exploit sono al lumicino.