Il dipartimento Dogane e Polizia di Frontiera, ha annunciato che nell’ultimo anno circa 475.000 famiglie di migranti sono state arrestate al confine meridionale statunitense, marcando un aumento del 342% rispetto al 2018, dovuto in parte al maggior numero di richiedenti asilo.

Gli Stati uniti sono anche sulla buona strada per non ammettere neanche un rifugiato durante tutto il mese di ottobre. Come se questo non bastasse, la pausa sulle ammissioni per i richiedenti asilo che doveva essere revocata ieri, è invece stata prorogata fino a novembre, lasciando centinaia di persone con voli cancellati e futuri incerti. È la terza volta questo mese che il Dipartimento di Stato ritarda le ammissioni di rifugiati. Lasciare i richiedenti asilo in un limbo non è solo umanamente deprecabile, ma anche controproducente, in quanto i viaggi che dovranno essere annullati e riprenotati, avvengono a spese dei contribuenti Usa.

Stando al Dipartimento di Stato la moratoria durerà fino al 5 novembre: «Lavoreremo con i nostri partner per pianificare una ripresa degli arrivi di rifugiati – ha detto un portavoce del dipartimento Dogane e Polizia di Frontiera in una nota – includendo la riprogrammazione del viaggio per le persone colpite dall’estensione».

L’amministrazione Trump ha proposto di limitare il numero di rifugiati ammessi negli Stati uniti a 18.000, che è già un imbarazzante minimo storico, ma affinché i rifugiati possano essere ammessi nel nuovo anno Donald Trump deve firmare il massimale dei rifugiati. Questo rinviare costantenente i viaggi suggerisce che non l’abbia ancora fatto.

Le cose vanno meglio per i salvadoregni che vivono negli Usa, in quanto il governo Usa ha esteso per un altro anno la protezione temporanea , in un possibile segno di allentamento delle tensioni sulla migrazione. Almeno con questo Paese. La proroga potrebbe arrivare fino al gennaio 2022, a condizione che le azioni legali nel tribunale federale degli Stati uniti non invalidino la decisione di Trump di porre fine al programma, ha detto il presidente di El Salvador Nayib Bukele ai giornalisti.

Il TPS (Temporary Protected Status) era stato concesso ai cittadini del Paese centroamericano nel 2001 in seguito a due devastanti terremoti che avevano lasciato senza tetto centinaia di migliaia di persone; Trump ha mostrato un notevole scetticismo nei confronti del sistema di protezione riservato ai Paesi in stato di emergenzal, e si è mosso per revocare lo status speciale concesso a migliaia di immigrati da un certo numero di Paesi, tra cui El Salvador.
In agosto il segretario ad interim della sicurezza interna, Kevin McAleenan, aveva incontrato il presidente salvadoregno Nayib Bukele per firmare un accordo di cooperazione in materia di immigrazione e di sicurezza per combattere il fenomeno criminale delle pandillas, bande criminali salvadoregne, come i Mara Salvatrucha e i Barrio 18, il cui strapotere è anche una delle ragioni principali per cui si emigra da El Salvador.