Lo scorso 21 settembre il National Snow and Ice Data Centre ha comunicato il dato relativo al 2020 dell’estensione minima del ghiaccio marino artico, pari a una superficie di 3,74 milioni di chilometri quadrati, probabilmente raggiunta il 15 settembre.  L’estensione misurata quest’anno è la seconda più bassa mai registrata. Il ghiaccio marino dell’Artico ha già perso due terzi del suo volume e negli ultimi decenni l’estensione dei ghiacci marini è diminuita costantemente. Un dato che conferma un trend negativo che da anni interessa uno degli ecosistemi più fragili e importanti per l’equilibrio climatico del nostro Pianeta.  «La rapida scomparsa dei ghiacci marini è un chiaro segnale di quanto il nostro Pianeta sia in pericolo. Con lo scioglimento dell’Artico l’oceano assorbe più calore e tutti noi diventiamo più esposti agli effetti devastanti dell’emergenza climatica», ha commentato Laura Meller della campagna Oceani di Greenpeace Nordic, in questo momento a bordo della nave di Greenpeace Arctic Sunrise. La nave è infatti impegnata in una spedizione proprio tra i ghiacci marini dell’Artico con un team di attivisti e scienziati, per documentare il livello minimo del ghiaccio marino, studiare la vita marina della regione e riportare l’attenzione internazionale sulla necessità di proteggere l’Artico e gli oceani per far fronte alla crisi climatica. L’Artico è stato identificato dagli scienziati come una delle aree prioritarie che necessitano di protezione come parte di una rete globale di santuari oceanici, per il ruolo vitale che svolge per la stabilità del clima. Oceani sani sono preziosissimi alleati contro gli impatti della crisi climatica dato che sono in grado di tenere il carbonio al di fuori dell’atmosfera in modo sicuro. E con una rete di santuari marini che protegga almeno il 30 per cento degli oceani, come quella che Greenpeace chiede con la sua petizione rivolta ai governi mondiali, gli ecosistemi marini possono diventare più resilienti e resistere meglio ai rapidi cambiamenti climatici. La calotta artica è un oceano ghiacciato che ha urgente bisogno di protezione e i leader mondiali devono comprendere il ruolo degli oceani nell’affrontare la crisi climatica. Questo è l’appello che Greenpeace ha rivolto al Summit delle Nazioni Unite sulla Biodiversità, iniziato il 30 settembre, con i vari partecipanti impegnati sul tema della tutela della biodiversità. «Oceani sani sono cruciali per alcune delle popolazioni più emarginate del mondo, che subiscono l’impatto della distruzione degli ecosistemi marini e dei cambiamenti climatici. Dobbiamo cambiare subito il nostro modo di prenderci cura l’uno dell’altro e del nostro Pianeta. Dobbiamo proteggere almeno il 30 per cento dei nostri oceani entro il 2030 anche per far fronte alla crisi climatica», ha concluso Meller.

* ufficio stampa Greenpeace Italia