Il fallimentare modello Spahn: esplodono i contagi in tutto il Paese, il piano vaccinazione procede con la moviola, e i posti-letto nelle terapie intensive sono in gran parte liberi ma mancano sia i medici che gli infermieri. Tutto mentre le imprese, a partire dai colossi Bayer, Eon e Alltours, pianificano ambienti separati per dividere i vaccinati dai non immunizzati facendo sapere al governo che non vogliono più pagare i tamponi ai dipendenti come prevede la legge vigente.

Insomma la gestione della pandemia a Berlino coincide con il caos totale, esattamente alla vigilia della fine dello stato di emergenza sanitaria che sarà abrogato il 25 novembre dopo che la coalizione “Semaforo” ha annunciato di non volerlo prorogare.

Così in Germania tutti puntano l’indice contro il ministro della Sanità, Jens Spahn, incapace di reagire efficacemente alla quarta ondata eppure sempre pronto a dispensare nuovi protocolli. «Invieremo avvisi a tutti gli over-60 per la terza dose ma dobbiamo riaprire subito gli hub vaccinali regionali» è la sua ultima uscita per tappare i buchi che lui stesso ha contribuito ad allargare con una campagna informativa basata su comunicazioni altalenanti quando non contraddittorie.

Ieri è stato ripreso anche dai medici della Kassenärtze (l’assicurazione sanitaria obbligatoria) perché la Stiko (la Commissione permanente sui vaccini) ha raccomandato il terzo richiamo ma solo per gli over-70 e il personale sanitario e perché Spahn ha «intasato» gli ambulatori scaricando loro l’intero peso delle vaccinazioni.

«Accendere il boost per la terza dose ora non ha senso. Il nostro problema resta convincere gli indecisi a immunizzarsi» riassume l’Associazione dei medici di famiglia in linea con il vicepresidente della Kassenärtze, Stephan Hofmeister: «Perdiamo troppo tempo per rassicurare i dubbiosi. Tempo che non c’è più»

Ma a puntare l’indice contro Spahn è anche più di un governatore a cui il suo dicastero ha chiesto di riaprire gli hub. «Bisogna convocare subito un’apposita conferenza tra i presidenti di Land» è la richiesta del ministro Cdu che ha innescato le critiche dei premier Spd della Bassa Sassonia, Stephan Weil, e di Berlino, Michael Müller, secondo cui il summit è «inutile» dato che nella capitale è già iniziata la somministrazione della terza dose alle categorie a rischio senza aspettare i tempi del governo Merkel.

Proprio la cancelliera rimane l’unica che difende il suo “delfino” consigliando la sola pezza in grado di coprire i suoi buchi: «Vista l’impennata dei contagi sono a favore di forti limitazioni per i non vaccinati». Palla colta al balzo dalle grandi imprese che pretendono la fine dei test a loro carico e dell’obbligo di mascherina per vaccinati e guariti. In pratica a chi non si vaccina verrebbe garantito l’accesso al posto di lavoro ma solo con mascherina e distanziamento.