Ultima Generazione come la mafia. È la stupefacente, pericolosissima, equivalenza giudiziaria della Procura di Neuruppin (Brandeburgo) formulata ieri nell’atto di accusa contro cinque attivisti del movimento ambientalista. Per la prima volta in Germania viene utilizzato il paragrafo 129 del codice penale (concepito per contrastare la criminalità organizzata) per reprimere un gruppo di protesta non-violento. «Gli imputati hanno costituito un’organizzazione criminale» insistono i pm dettagliando le responsabilità penali di Henning Jeschke, 22 anni, Mirjam Herrmann, 27, Lukas Popp, 25, Jakob Beyer, 30, ed Edmund Schulz, 60: «Una dozzina di sabotaggi alle stazioni di pompaggio delle raffinerie di petrolio nel Brandeburgo, l’occupazione della pista dell’aeroporto internazionale Willy Brandt di Berlino oltre ad aver imbrattato un quadro al Museo Barberini di Potsdam». Per la cronaca, non giudiziaria, la tela era un olio di Monet e lo sfregio di natura criminale sono state un paio di macchie di purè di patate.

«Qualunque protesta di Ultima Generazione si è svolta alla luce del sole. Non era mai successo prima nella Repubblica federale che un movimento per la difesa dell’ambiente, votato unicamente alla disobbedienza civile, fosse accusato di essere un’organizzazione criminale. La Procura di Neuruppin ha incredibilmente fatto leva sul paragrafo 129, ideato per combattere le mafie, trasformando così il nostro diritto costituzionale di protesta e riunione politica in un reato. In realtà si tratta di un mero pretesto. Vogliono impedire tutte le nostre future proteste» è la controaccusa di Ultima Generazione.

E movimento uguale mafia vuol dire anche e soprattutto che di conseguenza i sospetti vengono trattati come pericolosi criminali. Nei confronti dei cinque attivisti prima sono state attivate le intercettazioni telefoniche, poi il sequestro del sito web e infine le perquisizioni all’alba nelle abitazioni alla ricerca di materiale compromettente. «Basterà la sentenza di colpevolezza anche solo di uno fra gli accusati e l’intero movimento finirà in blocco nella lista delle organizzazioni proibite» prevede la portavoce di Amnesty International Deutschland, Paula Zimmermann, secondo cui «in Germania siamo di fronte a una escalation nella criminalizzazione della protesta ambientalista».