«Diventando cittadini italiani si acquisiscono diritti ma anche doveri» e «garantire questa possibilità ai figli degli immigrati nati in Italia è una conquista di civiltà e un modo per valorizzare e arricchire la nostra identità». Paolo Gentiloni rilancia a parole lo ius soli. Dopo aver rinunciato a porre la fiducia sulla legge permettendo così al Senato di approvarla, il premier torna a parlare della riforma in occasione del 38esimo Meeting di Comunione e Liberazione che si apre oggi a Rimini. Gentiloni parlerà di fronte a una platea di cattolici ai quali non potrà certo dire che le esigenze di sopravvivenza del governo lo hanno indotto poco più di un mese fa ad archiviare, probabilmente per sempre, una riforma che permetterebbe a oltre 800 mila ragazzi nati nel nostro Paese da genitori immigrati di diventare cittadini italiani. Anzi, nel suo discorso, anticipato con un articolo apparso sul portale ilsussidiario.net, il premier sottolinea come «andare verso un società più aperta e multietnica non deve comportare una rinuncia alla nostra sicurezza e ai nostri stili di vita». Critico, il premier, anche verso quei Paesi della Unione europea che di fronte all’emergenza migranti preferiscono «la politica della nostalgia dei muri», come se quanto l’Italia sta facendo in Libia per impedire la partenza dei barconi non rappresentasse un altro muro contro chi fugge di guerre e miseria.

Nonostante le promesse è sempre più difficile che quando il parlamento riaprirà a settembre lo ius soli possa essere approvato. Solo due settimane fa è stato lo stesso Matteo Renzi ad ammettere che «la possibilità che la legge passi in questa legislatura sono ridotte». L’attentato di tre giorni fa a Barcellona, nel quale hanno perso la vita 13 persone, rende adesso ancora più in salita l’iter della legge.

Gli orrori compiuti dai terroristi naturalmente non hanno niente a che vedere con il diritto a diventare cittadino italiano di chi nasce nel nostro paese da genitori stranieri, ma per il centrodestra rappresentano un buon pretesto per tornare ad attaccare la legge. E infatti Matteo Salvini non perde tempo. «Gentiloni dopo gli attentati dice che lo ius soli è una conquista di civiltà. Folle e anti-italiano. Lo bloccheremo lottando dentro e fuori dal palazzo», scrive su Facebook il leader della Lega. «Tre attentati in due giorni e una chiara minaccia diretta al nostro Paese impongono una seria riflessione sulla genesi del fenomeno terroristico che vede spesso protagonisti cittadini di seconda generazione», gli fa eco il presidente dei senatori di Forza Italia Paolo Romani.

Viceversa nel centrosinistra si aspetta il premier alla prova dei fatti. Se il governo vuole passare dalle enunciazioni di principio finalmente all’approvazione della legge – dice il senatore di Mdp Federico Fornaro -, si impegni affinché lo ius soli possa andare in aula al Senato già il 12 settembre alla ripresa dei lavori parlamentari».