In molte aree di Spagna, Francia e Portogallo la notte ha portato una netta discesa delle temperature e in alcuni casi anche la pioggia. Però il bilancio dell’ultima ondata di calore, non solo ambientale ma anche in vite umane, è tragico.

In Spagna ieri il fuoco continuava ad ardere in trenta diversi punti, devastando vasti territori. Le fiamme, alimentate da temperature che per oltre una settimana hanno superato i 40° – toccando punte di 46 – hanno distrutto 30 mila ettari di boschi solo durante l’ultima ondata.

DOMENICA uno dei roghi ha causato la morte di un soccorritore impegnato nelle operazioni di spegnimento nella sierra de la Culebra, in provincia di Zamora (Castilla y León), a poca distanza dalla frontiera portoghese, dove lo scorso mese sono già andati in fumo 25 mila ettari di boschi. Il pompiere di 62 anni non è riuscito a sfuggire alle fiamme che lo hanno circondato. A poca distanza, ore dopo, è stato rinvenuto il cadavere di un allevatore di pecore 69enne rimasto intrappolato dalle fiamme. Il devastante incendio ha obbligato le autorità a sospendere la circolazione dei convogli sulla linea ad alta velocità tra Madrid e Ferrol dopo che le fiamme hanno lambito un treno.
Poco più a nord, nelle province galiziane di Lugo e Ourense, il fuoco ha devastato in pochi giorni 9200 ettari di territorio e decine di case, costringendo i soccorritori ad evacuare vari centri abitati. Per tutta la giornata numerose squadre di bombers hanno invece tentato di domare le fiamme nella contea del Bages (Barcellona), dove sono bruciati già 1200 ettari.

Nel corso della sua visita a Casas de Miravete, in Estremadura, dove nel fine settimana un incendio ha distrutto migliaia di ettari, Pedro Sánchez ha puntato il dito contro «il cambiamento climatico che uccide le persone, l’ecosistema, la biodiversità e distrugge case, imprese e bestiame». Il premier ha sottolineato l’impegno del governo a sostegno di misure di contrasto al cambiamento climatico ma nel paese infuriano le polemiche sull’inadeguatezza dei soccorsi e soprattutto della prevenzione, in particolare in Castilla y León. Qui infatti i servizi antincendio sono stati affidati dalla giunta regionale di destra soprattutto ad imprese private che si sono rivelate incapaci di far fronte all’emergenza. Associazioni e residenti insistono sul fatto che gli incendi si combattono in inverno, con una gestione oculata delle risorse e delle aree boschive, proprio per evitare di giungere impreparati ad estati sempre più torride.

PARADOSSALMENTE, anche molti territori della costa atlantica della Francia – normalmente freschi e piovosi – sono in fiamme o comunque immersi nella canicola che ha portato le temperature oltre i 40° addirittura in Bretagna, polverizzando tutti i record. Una «apocalisse di caldo» l’ha definita Meteo-France. Ieri 1700 pompieri hanno tentato di spegnere due lunghi fronti che si sono scatenati una settimana fa a sud di Bordeaux, bruciando 15 mila ettari di boschi e vitigni, alimentati dal vento bollente che ha spinto le fiamme, alte decine di metri, fino al mare. In totale 19 mila persone, tra residenti e turisti, sono state evacuate, 8000 delle quali nel comune di Teste-de-Buch, in Gironda. Intanto le autorità sanitarie conducono il triste conteggio delle morti causate dalla canicola; a causa dell’ondata di calore del 2019 se ne contarono 1435.

Situazione molto grave anche in Portogallo dove un migliaio di vigili del fuoco ha contrastato ieri 13 incendi nel centro e nel nord, il più ostico vicino alla cittadina settentrionale di Chaves. Se l’Istituto Carlos III di Madrid, sulla base dei dati forniti dal Sistema di Monitoraggio della Mortalità, informa sulla morte, a causa delle alte temperature, di 510 persone dal 10 al 16 luglio, le autorità sanitarie di Lisbona riportano 659 decessi. La maggior parte – 440 – sarebbero morti giovedì, in coincidenza con il picco che ha portato i termometri oltre i 40° quasi ovunque e addirittura a quota 47° a Vizeu, nel centro.

LA GRECIA era ieri alle prese con addirittura 51 diversi focolai e nel resto dei Balcani – in particolare tra Albania e Serbia – non va meglio.
E incredibilmente l’ondata di calore che ha investito il continente ha preso di mira anche paesi molto a nord come Inghilterra, Irlanda e Danimarca. A Londra i servizi meteo hanno predetto il superamento del record di 38,7° registrato a Cambridge nel 2019, mentre le autorità hanno dichiarato per la prima volta un’allerta rossa, temendo un assalto agli ospedali. Intanto, informano fonti militari, la Raf ha sospeso i voli dalla base di Brize Norton, nell’Oxfordshire, perché la pista d’atterraggio dei caccia sarebbe stata resa inagibile dalla canicola che qualcuno si ostina a definire «anomala» o «straordinaria».