Insensibile alla scaramanzia, il primo a esultare tra i giallorossi è Dario Franceschini, grande tessitore nel 2019 del governo Conte 2. Mentre al comitato Todde a Cagliari la tensione si taglia col coltello a ogni decimale che avvicina o allontana la candidata dal rivale Truzzu di Fdi, e mentre Conte e Schlein se ne stanno prudentemente in albergo, decisi a parlare solo dopo la vincitrice, l’ex ministro della Cultura intorno alle 21 affida ai social la sua sentenza: «La Sardegna indica che la strada imboccata tra mille difficoltà nel settembre 2019 era giusta. Ora va percorsa con convinzione e generosità».

IL CONCETTO, NONOSTANTE lo scrutinio al cardiopalma con i due candidati divisi fino all’ultimo da poche centinaia di voti, è largamente condiviso tra i giallorossi. In ogni caso, la squadra è stata ultracompetitiva, Meloni per la prima volta dal settembre 2022 è stata messa seriamente in difficoltà, il voto apre molte crepe a destra e dimostra che esiste un’alternativa. Certo, non tutti i nodi tra Pd e M5S sono stati risolti, ma insomma quello che arriva dalla Sardegna è un balsamo: Conte piazza la prima governatrice del Movimento, Schlein ottiene la prima vittoria a un anno esatto dalla conquista della segreteria. Il voto sardo conferma che la strada di un’alleanza è ineluttabile, ancor più se incarnata da candidati come Todde, grillina storicamente di sinistra e attenta ai temi sociali.

NEL CAOS DEI RISULTATI che arrivano a macchia di leopardo, e con un sito ufficiale della Regione che fino a oltre metà pomeriggio segnala il vantaggio di Truzzo non caricando i voti di Cagliari e Sassari (che pure compaiono sui siti dei rispettivi comuni), il segnale che la vittoria è davvero a portata di mano arriva da Conte, che annuncia di essere in partenza per Cagliari: «Non erano tanti quelli che immaginavano una sfida così aperta in Sardegna. Che si vinca o che si perda, sarà stato comunque un risultato straordinario e Alessandra Todde merita l’abbraccio di tutta la nostra comunità per il gran lavoro fatto».

Schlein si imbarca sullo stesso aereo da Roma attorno alle 18: aveva deciso dal mattino, per un abbraccio a Todde (con cui si è stretto un sodalizio vero nel tour per l’isola cui ha partecipato anche Bersani) ma anche per ringraziare dirigenti e militanti del Pd, che fino a notte si gioca il premio di primo partito dell’isola con Fratelli d’Italia.

Se è vero che i due leader di Pd e 5S sono partiti per l’isola convinti che comunque c’era un risultato da festeggiare, quello che forse non si aspettavano è che attorno alle 22, quando avrebbero dovuto entrare in trionfo con Todde al comitato di via Dante, i dati sono impazziti ancora una volta: la roulette segnava circa 2500 voti di vantaggio, con oltre 250 seggi da scrutinare. Tanto che i due staff dei leader si sono chiusi in un silenzio totale, temendo una beffa all’ultimo minuto.

UN ALTRO BIG CHE HA DECISO di sfidare la sorte è stato Nicola Zingaretti, considerato uno dei più accaniti sostenitori dell’asse con Conte. «Ennesima conferma: uniti si può vincere, divisi si perde sicuro. Complimenti alla presidente Alessandra Todde e a tutto il centrosinistra sardo. Grazie a Elly Schlein per aver tenuto la barra dritta: contenuti chiari e cultura unitaria», scrive su X. Dal punto di vista interno ai dem, in effetti, questo risultato incoraggia i tifosi dell’alleanza, rafforza la leadership di Schlein e zittisce chi mirava a seguire di Renzi e Calenda (sconfitti col loro candidato Soru) verso lidi centristi.

Il risultato di Todde incoraggia non solo la corsa di Luciano D’Amico in Abruzzo (si vota il 10 marzo), ma anche la tessitura di chi vuole intese anche in Basilicata e Piemonte. Nona caso anche Chiara Gruibaudio, da mesi in campo in Piemonte per coinvolgere anche i 5S nella coalizione, commenta: «I nostri interlocutori devono essere i Cinque Stelle, ci sono divisioni, è evidente, ma detto questo io penso che sia iniziato un percorso. Quando ci sono candidature, anche generose, si può stare insieme».

Un modo per dire che dalle sue parti è ora di mettere da parte l’ascia di guerra, visto che la deadline fissata dal segretario regionale dem Domenico Rossi è il 20 marzo: entro quella data il dado dovrà essere tratto.

MOLTA PIÙ CAUTELA IN CASA 5S: «La specificità della Sardegna non si può applicare in fotocopia in Basilicata e Piemonte, si parta dai programmi e dai territori». In realtà, nel duello tra Conte e Schlein, è la segretaria dem ad aver fatto un punto in più: ha sostenuto la grillina Todde mentre i suoi ricevevano schiaffi a Torino e Potenza, senza ipotizzare ritorsioni ma anzi, spendendosi in prima persona nella campagna elettorale sarda a fianco della candidata. Per questo la vittoria la sente anche sua: Schlein ne aveva molto bisogno, dentro e fuori il Pd. Per lei è il miglior regalo per il primo compleanno da segretaria.