Un gruppo statunitense per i diritti umani, Democracy for the Arab World Now (Dawn), ha lanciato l’allarme raccolto e diffuso da Al Jazeera, riguardo alla richiesta di Biden al Congresso di stanziare 14 miliardi di dollari di finanziamenti per Israele, in quanto la richiesta è formulata con un linguaggio che suggerisce che gli Stati uniti potrebbero stare per «finanziare» lo sfollamento dei palestinesi da Gaza. Nella lettera della Casa bianca indirizzata al Congresso, si spiega che i fondi servirebbero per affrontare «i potenziali bisogni degli abitanti di Gaza in fuga nei paesi vicini», e che la guerra tra Israele e Hamas «potrebbe comportare sfollamenti oltre confine e maggiori bisogni umanitari regionali, e i finanziamenti potrebbero essere utilizzati per soddisfare le esigenze di programmazione in evoluzione al di fuori di Gaza».

LA CASA BIANCA non ha risposto alla richiesta di spiegazioni di Al Jazeera, e in una nota Sarah Leah Whitson, direttrice esecutiva di Dawn, ha tratto le sue conclusioni e ha scritto: «L’amministrazione Biden non sta solo dando il via libera alla pulizia etnica, ma la sta finanziando». Più passano i giorni e più le azioni di Biden sembrano staccarsi dal discorso fatto in Israele a inizio conflitto, l’eco del suo ammonimento – «Non fate gli stessi errori che abbiamo commesso dopo l’11 settembre» -, sembra sempre più spenta, e quegli errori ora sembrerebbe volerli finanziare.

L’idea di avere gli Usa che stanziano dei finanziamenti che prefigurano campi profughi pieni di gente in fuga da altri campi profughi non piace alla sinistra dem, né di base né al Congresso dove le posizioni si allontanano ogni giorno che passa.

MENTRE la Casa bianca ha preso posizione al fianco di Israele, il direttore dell’ufficio di New York dell’Alto Commissario delle Nazioni unite per i diritti umani si è dimesso dal suo incarico, affermando che l’Onu sta «fallendo» nel suo dovere di prevenire quello che lui definisce un «genocidio» dei civili palestinesi a Gaza, mente gli Stati uniti, il Regno unito e gran parte dell’Europa, aggiunge, «sono totalmente complici. Ancora una volta vediamo un genocidio svolgersi davanti ai nostri occhi e l’organizzazione che serviamo sembra impotente davanti a esso».
Le proteste che chiedono di fermare questa guerra, anche non concedendo a Biden i fondi che chiede, continuano fuori e dentro il Congresso dove la sinistra del partito prende posizioni lontane da quelle del presidente. Alexandria Ocasio-Cortez ha scatenato un pandemonio definendo Aipac (the American Israel Public Affairs Committee) potente organizzazione di difesa del governo israeliano, e «non degli amici della democrazia americana».
Nonostante continuino a esserci manifestazioni a sostegno di questa posizione e in difesa dei palestinesi, sembra anche esistere una discrepanza tra i sondaggi e la portata delle proteste.

UN NUOVO sondaggio ha rilevato che circa la metà degli americani simpatizza con Israele, mentre solo il 10% con i palestinesi. Circa il 26% degli intervistati ha «più o meno uguale» empatia per ciascuna parte, mentre il sostegno a Biden tra gli arabi americani, invece, è crollato. In questo quadro il direttore del Fbi Christopher Wray ha dichiarato che in Usa l’antisemitismo sta raggiungendo «livelli storici. Le statistiche indicano che un gruppo che rappresenta solo il 2,4% del pubblico americano, rappresenta anche qualcosa come il 60% di tutti i crimini d’odio su base religiosa».

DAL 7 OTTOBRE l’Anti-Defamation League ha segnalato oltre 300 episodi di antisemitismo. Wray ha affermato che l’Fbi sta reagendo con task force congiunte contro terrorismo e crimini ispirati dall’odio. Di sicuro anche per le strade delle grandi città si respira un’aria diversa, con molte forze dell’ordine in borghese – e non – durante le manifestazioni di massa, per esempio la parata di Halloween che si è va appena conclusa, come se anche all’interno degli Usa si volesse scongiurare la possibilità di un attacco.