L’11 maggio del 2007 Beppe Fioroni andò al Family Day da ministro dell’Istruzione del governo Prodi e fondatore del Pd nascente, e manifestò contro i Dico, le unioni civili dell’epoca, che di lì a poco vennero affossate. In quella piazza San Giovanni di Roma, oltre allo stato maggiore della destra, c’era Paola Binetti e tutta la schiera dei ’teodem’ che di lì a poco entrarono con lui nel partito di Veltroni. Poi ne uscirono. Lui restò. C’era anche un giovanissimo Matteo Renzi che esultava: «È una piazza bella». Il 30 gennaio 2016 Fioroni, neanche a dirlo, tornerà al Family day per dire à no alle adozioni per le coppie gay. Stavolta Renzi non ci sarà, a occhio.

Onorevole, ancora al Family day?

Ci sono andato nel 2007 da ministro ci torno oggi a titolo personale. Perché non ho mai cambiato idea. Ho visto in questi giorni che il teologo Bersani spiega che ci sono stati cambiamenti esegetici nella Chiesa. Io che sono un modesto viceparroco, anzi un vicecredente di campagna, credo che sulla misericordia verso chi soffre il Papa ha fatto un Giubileo. Ma non ha mai detto che un figlio non deve avere un padre e una madre.

Nel Pd tornano le crociate sui diritti, come ai tempi dei teodem?

Ma quali crociate. Sui temi di bioetica che diventa biopolitica non si può fare campagna elettorale. Non si decide in base a una tessera di partito o a un programma di governo. Riguardano la coscienza di ciascuno di noi. La soluzione ottimale sarebbe stata un referendum di indirizzo consultivo, come in Irlanda. Detto questo la libertà di voto non è una furbizia ma riconoscere a ciascuno la libertà su questi temi. Rispetto le posizioni di chi vuole le adozioni ai gay, ma non le condivido.

Per questo il Pd le garantisce la libertà di voto. Ma a lei non fa strano andare in piazza con Gasparri e con la destra?

Non vado a un’adunata. Gli sciocchi che mettono bandierine ci sono da tutte le parti: credono di guadagnare voti e invece perdono credibilità. Il Family day non è contro qualcuno. Nella mia testa dice così: ’la famiglia è una e i diritti sono per tutti’. La famiglia va sostenuta, un figlio è un atto d’amore e non un diritto, il diritto naturale non può essere ignorato. Bisogna legiferare bene impedendo crimini contro l’umanità come l’utero in affitto.

La legge non consente affatto la gravidanza per altri. In Italia è vietata.

Noi siamo il paese che per creatività e intelligenza fatta la legge trova subito l’inganno. Questa legge è il presupposto perché possa accadere. Sono favorevole alle unioni civili intese come formazioni sociali specifiche, distinta dalla famiglia fondata sul matrimonio, ma ci vuole chiarezza. Nel testo Cirinnà i richiami ossessivi al codice civile fanno solo confusione. Ma sono contro le adozioni ai gay. Dopodiché credo che Renzi vivrà benissimo anche se io voterò no.

Comunque lui è favorevole alle ’stepchild adoption’.

Ma vogliamo fare il partito della nazione e ci preoccupiamo se ci sono i cattolici che la pensano diversamente da qualcun altro? Quando Walter Tocci ha votato contro la legge sulla scuola nessuno si è strappato le vesti. Ci può essere un grande partito in cui i comunisti vogliono la scuola con ’k’ e gli altri senza ’k’. Senza scandali.

Parlava dei diritti per tutti: i bimbi nati da coppie etero possono già essere adottati. Perchè quelli nati da amori omosessuali debbono essere discriminati?

Le rispondo con una domanda. Se prima di nascere, a un bambino ponessimo la domanda: vuoi un babbo e una mamma, o due babbi o due mamme, quel bambino risponderebbe che vuole un babbo e una mamma.

Onorevole, nessuno può saperlo, neanche lei. E da deputato italiano in ogni caso non può cambiare la legge del Canada, dove la gravidanza per altri è ammessa. Quel bimbo nascerà comunque: quindi come lo si tutela?

Creda a me, quel bambino direbbe che vuole mamma e babbo. E io voglio tutelare il diritto di tutti i bambini che nasceranno.