«Fermiamo la guerra» dice il cartello illuminato dalle fiaccole dei manifestanti pacifisti in piazza del Campidoglio. Hanno risposto alla chiamata degli eletti di Sinistra civica ecologista. «In questa folle corsa verso la morte non ci schieriamo né con la Nato né con la Russia – spiega Gianluca Peciola – Scegliamo di stare dalla parte dell’umanità. Chiediamo alla comunità internazionale di fermare le armi». C’è la consapevolezza del fatto che serviva qualcuno che rompesse il ghiaccio, ma che occorra una mobilitazione ampia, che coinvolga «movimenti, sindacati e società civile». «Mettiamo a disposizione di tutta la città questa mobilitazione – spiegano i promotori – Bisogna porre al centro l’ambiente, la salute, il reddito, il diritto al futuro».

A proposito di diritti, e di lotte che comunicano tra loro, Barbara Tibaldi della segreteria generale Fiom ricorda i giovani morti nell’alternanza scuola-lavoro e ribadisce la necessità di esigere che il governo italiano lavori per la pace piuttosto che per la guerra. La spinta «dal basso» per una soluzione diplomatica viene evocata anche da Amedeo Ciaccheri, presidente del municipio 8 di Roma. «Abbiamo voluto accendere la luce sulla necessità di una mobilitazione delle comunità dei territori per fermare ogni vento di guerra che sta soffiando forte alle porte dell’Europa – dice Ciaccheri – Nelle prossime ore chiamiamo tutte le città a mobilitarsi perché le diplomazie del mondo e il nostro governo fermino ogni oscura ipotesi di scenari di guerra». Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, invita a «far prevalere le ragioni del dialogo sulle provocazioni e sui calcoli di supremazia geopolitica». «Oggi lanciamo un messaggio sperando che si torni subito indietro, altrimenti saremo tantissimi in piazza nei prossimi giorni», promette l’assessore al decentramento Andrea Catarci.