Di fronte all’evento storico di Singapore, non sono mancate le reazioni di natura internazionale. Già nella mattinata di ieri dalla Corea del Sud erano arrivate le immagini del presidente Moon e del suo staff sorridenti di fronte alle immagini che arrivavano dall’Hotel Capella. Il team presidenziale era riunito per seguire passo passo il dialogo tra Kim e Trump.

«L’accordo di Santosa del 12 giugno sarà ricordato dalla storia come l’avvenimento che ha messo fine alla guerra fredda» ha detto Moon Jae-in che ha giocato tutta la sua carriera politica sull’esito positivo della distensione coreana. Il meeting, ponendo l’accento sulla necessità di porre fine alle ostilità che risalgono ai tempi della seconda guerra mondiale, secondo Moon ha permesso di chiudere con un passato «buio, fatto di guerre e scontri». Quindi ha applaudito al «coraggio e alla determinazione» dei due leader.

Non poteva mancare la soddisfazione cinese: a questo punto, infatti, le cose si mettono nel modo migliore per Pechino. La Cina manifesta «grande apprezzamento per le decisioni politiche prese dal presidente degli Stati uniti, Donald Trump, e dal leader nord-coreano, Kim Jong-un, nel corso del summit tra Usa e Corea del Nord»: è quanto si legge in una nota del ministero degli esteri di Pechino diffusa dall’emittente televisiva statale cinese. La Cina, continua il testo, «accoglie con piacere e sostiene» i risultati ottenuti nel corso del summit.

Anche il Giappone di Abe, da sempre su posizioni intransigenti contro la Corea del Nord, prende atto dell’esito del summit e decide di fidarsi delle buone intenzioni. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha accolto con favore la dichiarazione congiunta, come primo passo verso la denuclearizzazione della Corea del Nord. «Consideriamo questo un passo in una risoluzione globale», ha detto Abe a Tokyo dopo aver parlato al telefono con Trump.

Il Giappone vuole che la Corea del Nord accetti una denuclearizzazione completa, verificabile e irreversibile (peccato che queste tre parole non siano presenti nel documento). Abe ha poi voluto «ringraziare il presidente Trump per aver trattato il problema dei rapimenti», con riferimento alla richiesta del Giappone secondo cui Pyongyang avrebbe liberato tutti i giapponesi sequestrati per addestrare le sue spie. «Il Giappone dovrà affrontare direttamente la Corea del Nord e risolvere il problema dei rapimenti a livello bilaterale», ha affermato il premier nipponico.

Tra i paesi parti in causa anche la Russia. Il ministero degli esteri russo ha fatto sapere di accogliere con favore le trattative tra Washington e Pyongyang. Il ministero ha affermato di ritenere che la normalizzazione dei legami bilaterali dei paesi, sia parte integrante della risoluzione dei problemi della penisola coreana. «Da parte nostra, continueremo a fare sforzi attivi per sostenere il processo politico e diplomatico nella penisola coreana».

Infine, anche l’India ha salutato con favore il vertice fra Usa e Corea del Nord a Singapore: «Si tratta di uno sviluppo positivo. L’India ha sempre sostenuto tutti gli sforzi per portare pace e stabilità nella penisola coreana attraverso il dialogo e la diplomazia».