Associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico, ricostituzione del disciolto partito fascista, spaccio di sostanze stupefacenti. Sono questi i reati contestati dalla Procura della Repubblica di Cagliari, nell’ambito di un’indagine antiterrorismo coordinata dal procuratore Guido Pani, a tre militanti del Fronte legionario sardo, arrestati ieri mattina, per disposizione del gip Giorgio Altieri, durante l’operazione «Reazione» condotta nel Nuorese dai carabinieri del Ros. Una quarta persona è agli arresti domiciliari e ci sono altri undici indagati. Nel carcere di Badu ‘e carros, a Nuoro, sono finiti Ananio Manca, considerato il punto di riferimento del Fronte legionario sardo, e due cugini di Manca: Angelo e Niccolò Sulas.

La base del gruppo sotto inchiesta era, secondo gli inquirenti, a Torpè, un paese di tremila abitanti in Baronia, regione costiera tra Nuoro e Olbia. Per i magistrati che conducono l’inchiesta gli indagati sono responsabili di una serie di attentati, con armi ed esplosivi, avvenuti a Torpè e in tutta la Baronia nel 2019 e nel 2021. Sarebbero responsabili anche di rapine e di tentate rapine e di attività di spaccio di marijuana.

Le indagini sono cominciate nel 2019, anno di elezioni regionali in Sardegna, oltre che delle consultazioni per il rinnovo del parlamento europeo. Il 25 maggio 2019 è comparso, davanti all’ingresso di un seggio elettorale, accompagnato da alcuni proiettili calibro 7.65, un volantino che invitava gli elettori a non votare alle europee del giorno successivo. Qualche mese prima, a febbraio, a Torpè era stato trovato, sempre davanti a un seggio elettorale ma stavolta per le regionali, un ordigno ad alto potenziale. Sono poi seguiti una serie di atti intimidatori, anche incendiari, contro il municipio di Torpè, contro sedi istituzionali, contro centri di accoglienza dei migranti e contro cittadini che avrebbero potuto collaborare con i carabinieri impegnati nelle indagini sui singoli episodi. Atti tutti riconducibili, secondo i magistrati, al gruppo fondato e guidato da Ananio Manca. Il capo, secondo la Procura cagliaritana, del Fronte legionario sardo, ha diversi precedenti penali. Durante un periodo in carcere, si è avvicinato a ideologie di estrema destra e, una volta libero, ha militato nella formazione Ultima legione Italia, che l’ha espulso perché considerato troppo radicale.

Tra i fatti contestati a Manca e agli altri indagati rientrano anche la diffusione di volantini con contenuti violenti e apertamente xenofobi e razzisti, un attentato contro un imprenditore di origine svizzera attivo nel Nuorese nella compravendita di immobili (una bomba ad alto potenziale fu piazzata nel 2020 sulla sua auto) e minacce al sindaco del Torpè. Nel 2020 il Fronte legionario sardo ha organizzato un volantinaggio a Olbia e a Nuoro in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma. L’organizzazione neofascista, secondo l’accusa, si autofinanziava con rapine e spaccio di droga e disponeva di armi.