Facoltà di scienze della Sapienza, la mozione sul boicottaggio non passa. Ma di poco
Roma 43% di voti favorevoli allo stop della collaborazione con gli atenei di Tel Aviv, 45% alla lettera di chiarimento con la comunità accademica israeliana. Gli studenti: abbiamo dimostrato che l'immagine di un'università compattamente schierata contro azioni concrete in favore del popolo palestinese è falsa
Roma 43% di voti favorevoli allo stop della collaborazione con gli atenei di Tel Aviv, 45% alla lettera di chiarimento con la comunità accademica israeliana. Gli studenti: abbiamo dimostrato che l'immagine di un'università compattamente schierata contro azioni concrete in favore del popolo palestinese è falsa
L’assemblea formale della facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali della Sapienza ha votato oggi, giovedì 4 luglio, la mozione sul boicottaggio delle università israeliane nel contesto della guerra a Gaza e su una lettera da inviare alle istituzioni accademiche di Tel Aviv per chiedere conto delle loro posizioni in merito all’aggressione militare. Le due richieste sono state entrambe respinte, ma di poco. La prima ha ottenuto il 43% dei voti favorevoli: 191 sì, 125 no, 132 astenuti. Sulla seconda si sono espressi positivamente il 45% dei votanti. Hanno partecipato docenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario, studenti. Le rappresentanze di questi ultimi hanno dato assenso con percentuali molto forti, superiori all’80%.
«In attesa che siano attivate e rese efficaci tutte le procedure atte a garantire la completa rispondenza delle collaborazioni scientifiche in essere con istituzioni israeliane ai valori del Codice etico di Ateneo, si invitano i responsabili di ricerca di progetti attivi a valutare forme di sospensione cautelativa di suddette collaborazioni», chiedeva la mozione che avrebbe impegnato ufficialmente la facoltà. La lettera, invece, era rivolta alla comunità accademica israeliana «in virtù della vocazione al dialogo» per capire quali sono le posizioni dei diversi atenei in merito a: trattatamento di chi esprime dissenso sull’attuale situazione a Gaza; legami tra attività di ricerca e sviluppo di armi e tecnologie; azioni intraprese contro le violazioni dei diritti umani documentate da Onu e Ong nei territori occupati.
Tra i corridoi facoltà di scienze c’è stata una forte mobilitazione a sostegno della Palestina e del boicottaggio, un percorso che ha coinvolto molti studenti, docenti e ricercatori e che si è incrociato con la protesta delle tende che ha avuto luogo nella città universitaria. Il 10 maggio si era tenuta un’assemblea di oltre 300 persone, informale ma convocata dal preside Riccardo Faccini, che aveva invocato e ottenuto il passaggio formale.
Nonostante le due richieste non siano passate, il Collettivo degli studenti di fisica sottolinea come il voto smentisca la narrazione alimentata per mesi dalla governance dell’ateneo capitolino. «L’immagine di una Sapienza compattamente schierata contro azioni concrete a favore del popolo palestinese massacrato e disinteressata a mettere in discussione i meccanismi della ricerca in università è solo un pallido miraggio. Considerando che nella prima facoltà che ha votato sul tema, quasi metà ha richiesto espressamente la sospensione degli accordi in essere e un cambio radicale del comitato che si occupa dell’etica in ateneo», scrive in un comunicato.
Dove viene anche messo in evidenza come il tentativo di dipingere chi protesta come facinoroso, infiltrato o isolato dal corpo studentesco non è veritiera, come mostra il voto espresso dalle rappresentanze formali.
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