Dopo Amazon, Google e Apple, Facebook ammette che dei lavoratori umani, e non delle macchine, ascoltano le registrazioni degli utenti a loro insaputa. E ammette di aver assunto appaltatori esterni per trascrivere delle conversazioni vocali. Ma, ha poi aggiunto, la pratica è stata «messa in pausa».

A differenza delle aziende colleghe, Facebook non ha un vero e proprio assistente virtuale come Siri: prende i dati vocali che le interessano direttamente dalle chiamate e dai messaggi vocali inviati tramite Messenger. Il programma di ascolto degli utenti del social media di Zuckerberg è stato reso noto dall’agenzia stampa Bloomberg, che ha parlato con alcuni dipendenti a contratto coinvolti in questa operazione.

Affermano di aver ricevuto l’ordine di trascrivere delle registrazioni audio ma di non essere stati informati su dove quell’audio fosse stato registrato o come fosse stato ottenuto.

Le fonti di Bloomberg hanno raccontato che i lavoratori ascoltavano le conversazioni degli utenti, ma che questi non ne hanno saputo spiegare lo scopo né quale fosse, per Facebook, l’utilità dell’operazione.

A questa domanda ha voluto rispondere direttamente Fb, sostenendo che il fine fosse semplicemente la volontà di migliorare i propri prodotti, compreso l’uso di intelligenza artificiale dietro il funzionamento delprodotto. I frammenti audio, hanno aggiunto Facebook, erano resi anonimi prima di essere ascoltati e trascritti dai lavoratori.

Un portavoce di Fbha dichiarato all’emittente tv Cbs News che la società «ha messo in pausa la revisione umana dell’audio più di una settimana fa», pratica comune nel settore tecnologico, ma che ora, seguendo l’esempio di Apple e Google sarà ridotta.

Apple ha infatti recentemente sospeso la revisione umana delle registrazioni audio degli utenti che utilizzano l’assistente vocale Siri e Google ha fatto lo stesso dopo che è emerso che entrambi facevano uso di appaltatori per ascoltare le registrazioni.

Anche il gigante Amazon ha dichiarato di fornire agli utenti dellìassistente Alexa la possibilità di disabilitare l’ascolto e l’analisi delle loro query nelle impostazioni dell’app, così come Microsoft, accusata di ascoltare le registrazioni delle chiamate con Skype e i dialoghi con l’assistente virtuale Cortana.

Non tutti sono concordi con la versione ufficiale di Facebook e alcuni esperti sostengono che nell’informativa sulle condizioni d’uso non ci siano le indicazioni relative al trattamento dei dati vocali trasmessi tramite Messanger.

In molti ricordano che, poco più di un anno fa, Mark Zuckerberg in persona aveva negato la possibilità di un’attività del genere durante la sua testimonianza davanti al Congresso Usa: si era riferito all’accusa di invasione della privacy come a una «teoria della cospirazione». In realtà e per un tempo abbastanza indeterminabile, Facebook ha fatto esattamente ciò di cui la si sospettava.

L’ipotesi che sembra più convincente è l’intenzione di raccogliere una quantità ancora maggiore di dati da dare in pasto al proprio algoritmo e continuare ad analizzare il comportamento degli utenti per profilarli e ricavarne dati utili a scopi di marketing; con la trascrizione degli audio messaggi, potrebbe essere stato aggiunto un altro elemento utile alla profilazione degli utenti che va ad aggiungersi a quelli forniti da like, commenti e tutte le attività che l’uso del social media coinvolge.

«Facebook ammette già di scansionare come testo i contenuti di Messenger, le immagini e i collegamenti, quindi la trascrizione di contenuti audio o video è davvero solo un’aggiunta a ciò che stanno già facendo – ha sottolineato Jake Moore, specialista di sicurezza informatica – La pubblicità mirata è la loro attività da svariati milioni di dollari».