L’attesa dei dati sul secondo trimestre di Apple è stata riempita da una notizia che vedono protagonista un altro colosso della Rete, Facebook. Con un comunicato diffuso ieri, la società di Mark Zuckerberg ha annunciato di aver chiuso otto pagine e un numero doppio di account che operavano per poter condizionare le elezioni di mezzo termine che si svolgeranno il prossimo novembre. Coinvolti anche account di Instagram.

LA PRIMA NOVITÀ che emerge dal comunicato è che Facebook ammette una stretta collaborazione con la Fbi nel lavoro di monitoraggio del social network, elemento che in passato era stato escluso dai managere di Menlo Park. L’altro aspetto che emerge è che la tecnica usata è la stessa che era alla base dell’affaire Cambridge Analytica.

La tecnica usate è semplice: c’è un gruppo i account dietro al quale non ci sono persone fisiche, ma programmi informatici Bot che tracciano le attività della rete e che diffondono a un target individuato durante la navigazione in Rete messaggi tesi a veicolare punti di vista politicamente schierati.

FIN QUI NIENTE DI SCANDALOSO, eccetto il fatto che i punti di vista si basano su fake news, cioè notizie spesso false, spesso distorcenti la realtà. Quelle fake news che la retorica liberista di molti esponenti politici al di là e al di qua dell’Atlantico considera libertà di espressione. (In Italia è la tesi veicolata da alcuni esponenti grillini, negli Usa da siti e media schierati con la destra radicale dei repubblicani).

IL COMUNICATO DI FACEBOOK  è molto cauto nel dare informazioni di questa scoperta. Ipotizza che le pagine e gli account chiusi avevano complessivamente un numero di like basso, segno che l’operazione di manipolazione dell’opinione pubblica era ancora allo stato iniziale. Dal canto suo, la Fbi non si è sbilanciata nel fornire informazioni, sostenendo che allo stato attuale delle indagini non ci sono conferme di un coinvolgimento i hacker russi. accusati di aver manipolato le elezioni presidenziali che hanno eletto Donald Trump alla Casa Bianca.

È da quando è esploso l’affaire di Cambridge Analytica che Facebook ha attivato misure per la riduzione del danno di immagine che ha avuto quando è stato reso noto che ha venduto centinaia di migliaia di profili a una società che li ha usati per manipolare sistematicamente l’opinione pubblica. Mark Zuckerberg ha dovuto spiegare davanti al Congresso e alla Commissione dell’Unione europea il perché questo era accaduto.

IL BOSS DEL SOCIAL NETWORK è apparso come un pugile costretto all’angolo. Al termine degli interrogatori ha annunciato un giro di vite delle società acquirenti dei Big data di Facebook. un Annuncio che non ha evitato le critiche di media e utenti della Rete. E neppure le stratosferiche perdite in Borsa (118 miliardi di dollari).