L’attività estrattiva in acque profonde potrebbe iniziare già il prossimo anno. Pochi giorni fa i membri dell’Autorità internazionale dei fondali marini (Isa), l’ente regolatore delle attività di estrazione in ambito Onu, si sono incontrati a Kingston, in Giamaica, per procedere con la revisione delle norme che regolano lo sfruttamento, così da finalizzarle entro luglio 2025. Contrastanti i giudizi sui risultati.

I delegati alle riunioni, inoltre, hanno respinto alcune proposte volte a limitare la capacità di Greenpeace International di protestare contro le attività di estrazione in mare aperto.

La compagnia canadese The Metal Company (Tmc) aveva anche avviato presso un tribunale olandese una causa legale contro Greenpeace: alcuni attivisti erano saliti a bordo della nave aziendale Mv Coco. Le autorità hanno sì ordinato lo sbarco ma hanno rigettato altre richieste della Tmc, sostenendo che il diritto di protesta va preservato.