Nella bio su Twitter prima di «pensionato» ha scritto «napoletano juventino». E già qui si intuiscono le contraddizioni in seno all’ex parlamentare. Nato nel capoluogo partenopeo nel 1960, Elio Vito ha risieduto alla Camera dal 1992 al 2022. In pratica sempre al fianco di Silvio Berlusconi.

Eletto con le varie coalizioni di centro-destra, è stato capogruppo forzista e ministro per i Rapporti con il parlamento. Gli applausi dei colleghi alla bocciatura del ddl Zan, che lui aveva votato, hanno aperto la crisi nella relazione con Forza Italia. Seguita dal divorzio, per le ambiguità berlusconiane sull’Ucraina e l’apparentamento con Casapound alle amministrative di Lucca.

Le sue sono state le prime dimissioni che la Camera ha accolto al primo colpo. Prima di Fi aveva militato nel Partito radicale transnazionale, dopo ha preso la tessera dei Radicali italiani. Ma solo per un po’.

Davvero alle europee vota Salis?

Volevo annunciarlo più avanti. Non per nascondermi, ma per il timore sia controproducente, venendo io dalla destra. Comunque sì, mi spiego.

Prego.

Io ormai seguo la politica ma non la faccio attivamente, quindi mi sento libero di votare anche un partito del quale non condivido tutto. Si può essere laici alle urne, votare per uno scopo specifico. Lo dico anche per chi non è convinto: un partito non è una religione da sposare o di cui credere tutto. Così la vedo io, che sono appassionato di cause civili. E quella di Salis lo è.

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Lei però vota al centro e Salis è candidata a nord-ovest e sulle isole.

Sì, ma anche dove non è possibile dare la preferenza alla candidata bisogna votare la lista per sostenerla. Crociare Alleanza verdi e sinistra in tutta Italia perché superi il quorum nazionale del 4%. Senza quello Salis non può scattare.

Possiamo dire che è la battaglia più radicale e più Radicale delle europee?

Assolutamente sì, ma con una piccola variabile: Pannella la battaglia Radicale se la sarebbe intestata completamente. Candidando Salis in tutte le circoscrizioni.

A proposito. Lei ha ancora la tessera dei Radicali italiani?

L’ho fatta quando mi sono dimesso dal parlamento, per chiudere un cerchio. Ero entrato con loro. Ma non l’ho rinnovata.

Degli Stati uniti d’Europa che dice?

Anche qui ragiono laicamente e non mi scandalizza si faccia una lista di scopo per superare il 4%. Non la condivido, ma la rispetto.

Non la condivide per Renzi?

Non per quello.

Forse perché i candidati renziani rischiano di prevalere su quelli di +Europa?

È un rischio, il gruppo di Renzi mi pare più organizzato da questo punto di vista. Ma immagino che i Radicali l’abbiano messo in conto. E poi non voglio fare polemica. Spero tutti raggiungano il 4%, ma il mio obiettivo è aiutare Avs a farlo.

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In genere con il passare degli anni la gente si sposta a destra. Lei va a sinistra?

Ma no, per me la grande distinzione è quella sui valori. Come tra fascismo e antifascismo. O tra chi vuole mantenere ed estendere i diritti e chi vuole tornare indietro. Ho iniziato il mio processo di allontanamento da Forza Italia sul ddl Zan. E anche qua: i diritti non è che sono di sinistra, appartengono a tutti. E non parlo solo di diritti civili, ma anche sociali. Il buon Pasolini diceva che le lotte di liberazione delle donne e degli omosessuali sono sempre lotta di classe.

La lotta di classe è di sinistra.

Non per forza. E comunque anche la giustizia è questione di lotta di classe. Perché chi ha i soldi può permettersi grandi avvocati, grandi perizie, indagini difensive alternative e chi non ce li ha invece no. Oggi le ingiustizie si sono accentuate. Ma questo è un discorso lungo.

Fuori dal parlamento è più facile essere radicali, ma lei dentro ci è stato per ben sette volte con Forza Italia.

Fuori dal parlamento è più facile essere liberi. Perché dentro, per senso di responsabilità verso gli elettori del partito che ti hanno eletto, devi esercitare un ruolo. Stare fuori dà più libertà. Poi comunque la storia è variegata. La mia sinteticamente passa per quella di Forza Italia, ma ognuno ha le sue complessità, i suoi percorsi. Personalmente ciò a cui tengo è l’immagine di persona democratica e antifascista.