Ieri alle 15 era stato fissato l’incontro chiarificatore del segretario del Pd Letta con i vertici di Europa verde e Sinistra italiana. Incontro rimandato dai rosso verdi «alla luce delle novità politiche» emerse martedì. A far salire la tensione è stato il patto siglato dai dem con Calenta e +Europa. «Registriamo un profondo disagio nel Paese e nell’elettorato di centrosinistra» spiega Eleonora Evi, eurodeputata e coportavoce di Europa verde.

Perché lo stop?
La situazione è obiettivamente mutata. C’è un fortissimo disagio, percepito da noi e dai nostri sostenitori che guardano a un progetto politico con al centro i temi della giustizia sociale e climatica e che si sono ritrovati una porta in faccia su queste istanze. Abbiamo deciso di prendere tempo per valutare lo scenario mutato e capire se si troveranno le condizioni per poterci parlare. Guardiamo ai nostri temi, grandi assenti del dibattito, e alle proposte. Quelli che abbiamo sentito martedì ci vedono distanti. Non sono molto ottimista.

Calenda e Letta hanno sottoscritto un accordo per punti programmatici.
I nostri nove punti li abbiamo presentati prima della crisi di governo come tassare gli extra profitti dei colossi dell’energia per tagliare le bollette a famiglie e imprese; sblocco delle rinnovabili; trasporto pubblico gratuito per ridurre consumi e inquinamento; lotta al precariato; settimana lavorativa breve a parità di salario. Rappresentano la piattaforma di Verdi e Si con cui rispondere alla crisi sociale e climatica. Ci presenteremo al voto con questo programma sperando di trovare il maggior numero di punti di contatto con gli altri soggetti della coalizione.

Chiederete al Pd di sottoscrivere un patto oppure la via è un accordo elettorale contro le destre tenendo ognuno le mani libere?
Questo è oggetto di valutazione in queste ore. Si e Verdi si sono sempre spesi per il dialogo, abbiamo fatto appelli al Pd e ai 5S per cercare di ricucine il campo democratico. Sono molto spaventata per quello che può succedere se si consegnano i due terzi del parlamento alle destre. Destre estreme in grado così di stravolgere la Carta costituzionale. Fino a lunedì abbiamo invocato il dialogo, martedì la situazione è mutata improvvisamente con l’accordo Pd, Azione e +Europa, che non solo nei contenuti ci vede fortemente critici ma anche nel metodo: per quanto legittimo, è come se avessero cancellato la nostra presenza sia come proposta politica che come lista in corsa. Ricordo che, in base agli ultimi dati, Verdi e Si pesano in termini di seggi tanto quanto Calenda e Della Vedova. Serve un riequilibrio. Quello di martedì è stato un colpo basso di cui abbiamo dovuto prendere atto. Ci sentiamo la grandissima responsabilità di fare le scelte giuste nell’ottica di mettere al sicuro la nostra democrazia arginando le destre e le crisi in atto. Ecco perché abbiamo preso tempo, anche per lanciare un messaggio al Pd e a Letta, siamo molto delusi dell’approccio e dell’atteggiamento che ha avuto. Dica qualcosa di sinistra e di verde.

Conte ha fatto una timida apertura al dialogo, è possibile un cambio di alleanze?
In questo momento è difficile rispondere, stiamo valutando. Non lo nego, anche questa è un’ipotesi oggetto di riflessione ma non significa che si possa concretizzare. Gli organismi interni di Europa verde e Si stanno ragionando, decideremo in modo democratico, confrontandoci al nostro interno.

L’agenda Draghi è ancora proponibile?
Il nostro programma non è l’agenda Draghi, a cui abbiamo fatto opposizione. Abbiamo criticato fortissimamente le politiche di Cingolani, che proprio non ha saputo interpretare né capire il suo ruolo di ministro della Transizione ecologica. Semmai ha fatto di tutto per rallentarla. Per l’Italia del futuro la questione energetica sarà prioritaria: serve ridurre i consumi e non solo per l’austerità indotta dalla guerra, abbiamo già le tecnologie per farlo. E poi occorre ripensare i sistemi alimentari, produciamo troppo e male, sfruttando il pianeta per poi sprecare oltre il 30%. Il ministro Patuanelli ha portato avanti le stesse, solite ricette: agricoltura intensiva e industriale.

La Società per le scienze del clima ha chiesto ai partiti di impegnarsi sulla crisi climatica.
Si è Verdi hanno accolto l’appello, tra i punti c’è accelerare sulle rinnovabili, tutti lo dicono e nessuno lo fa. Significa evitare di fare nuove infrastrutture come i rigassificatori che ci condannano al fossile. Negli ultimi mesi abbiamo importato gas, una parte l’abbiamo esportata con extra profitti altissimi. Il gas ci serve perché altrimenti chiudono le fabbriche o per fare speculazione sul prezzo?