«Ci hanno accusato di aver trattato con il Pd in cambio di un seggio sicuro, una falsità. Queste candidature dimostrano chi vogliamo portare in Parlamento»: Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli due posti in lista «sicuri» li hanno riservati a Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoro. «Ci sono persone come Ilaria – ha spiegato Fratoianni – protagoniste di una storia dura e dolorosa ma anche potente». E Bonelli: «Ilaria è una donna straordinaria che ha difeso l’onore delle istituzioni contro la malagiustizia. Averla in Parlamento è una speranza per chi ha a cuore la difesa dei più deboli».
Aboubakar Soumahoro è una figura di primo piano nel sindacalismo di base: nato in Costa d’Avorio, è in Italia dal 1999, laureato in sociologia, è stato nel coordinamento agricolo dell’Usb occupandosi dello sfruttamento nella filiera agricola e, poi, dei lavoratori della gig economy. «Si batte in difesa degli invisibili – il commento di Bonelli -, quelli che lavorano in campagna per portare frutta e ortaggi sulle nostre tavole per poi, subito dopo, tornare invisibili nei ghetti. Entreranno in Parlamento non come bandierine ma per riaprire uno spazio a nome di tutti quelli che vivono un profondo disagio e non si sentono rappresentati».

Saranno candidati nei collegi uninominali e capilista nel proporzionale, la prima nelle file di Sinistra italiana, il secondo per Europa verde. «In una politica in cui l’ego imperversa con autocandidature a premier, immaginiamo se a guidare il Paese fosse una persona come Soumahoro. Vogliamo rovesciare l’ordine delle cose per mettere al primo posto gli ultimi e per fare della giustizia sociale e ambientale l’agenda di un governo del cambiamento – hanno spiegato Bonelli e Fratoianni -. Le loro candidature sono strategiche. Stiamo lavorando anche a un appello alla comunità scientifica».

Soumahoro ha spiegato i motivi del suo impegno: «Sogno che le persone invisibilizzate (che conoscono come me l’usura del duro lavoro, il logoramento della povertà assoluta e l’umiliazione delle leggi discriminanti) possano ambire ad arrivare al timone del nostro Paese per legiferare in favore della giustizia sociale e ambientale. Riusciremo a segnare la nostra epoca se sapremo sognare individualmente e muoverci collettivamente». Giustizia climatica e giustizia sociale sono i cardini del programma di Si-Ev. «Le proposte che la destra sta facendo sono una sfida all’umanità che, invece, sta chiedendo di fare qualcosa per il clima – attacca Bonelli -. Quando Cetto La Qualunque, cioè Salvini, propone il nucleare in 7 anni significa che non ha capito nulla. Il nucleare è molto costoso: in Francia il prezzo è salito a 500 euro a magawattora e hanno metà dei reattori fermi per problemi di corrosione e a causa della siccità. Inaccettabile anche riproporre opere faraoniche come il Ponte sullo Stretto, cioè sottrarre alla collettività 10 miliardi quando il Sud ha problemi di dissesto idrogeologico, alluvioni, depuratori e ferrovie che mancano».

Sulla candidatura Cottarelli con il Pd: «Lo stimo, non sono d’accordo su tutto ma è un economista che riconosce l’importanza di politiche rigorose per contrastare il cambiamento climatico». E Fratoianni: «Abbiamo un’alleanza che per sua natura si basa sulla difesa della Costituzione, le differenze tra noi le abbiamo raccontate come condizione di rispetto verso culture e proposte non assimilabili. Altrimenti ti allei con la tua immagine riflessa, come Carlo Calenda». Sulle proiezioni che danno Meloni e suoi alleati in nettissimo vantaggio, Fratoianni commenta: «Di fronte a una drammatica crisi climatica le proposte che sembrano occupare il dibattito sono irrealizzabili, irresponsabili. E servono subito tre cose: un tetto al prezzo dell’energia, un intervento sui prezzi dei beni di consumo, gli stipendi agganciati all’inflazione. Lavoriamo a liste per contrastare con la massima efficacia possibile la destra e continuiamo a impegnarci per un’efficacia maggiore». Il riferimento, non detto, è al tentativo a tempo scaduto di riaprire la porta ai 5S.

Infine, ancora una sottolineatura: «Ho trattato con molta determinazione per Ilaria Cucchi. Era questo il nome per cui ho trattato». Una replica anche agli attacchi rispetto all’ipotesi di candidare la moglie, Elisabetta Piccolotti, che ha una lunga militanza prima in Rifondazione poi in Sel e quindi in Si. La stessa Piccolotti ieri ha replicato via social: «Il famoso collegio uninominale non era per me e io ne sono davvero felice. Ringrazio le centinaia di persone che mi hanno espresso solidarietà, ricordando i miei 24 anni di impegno e passione politica, tutti fuori dal Parlamento e a prescindere dal mio matrimonio con Fratoianni. A credere a quello che scrivono certi campioni destrorsi, renziani e pentastellati si può finire a fare la parte degli utili idioti del sistema mediatico e di potere di questo Paese. Un sistema maschilista e sessista, fondato sulla demolizione del valore e della storia delle donne e sulla loro riduzione a orpello degli uomini. Volete sapere se mi candiderò nel proporzionale? Deciderà l’assemblea nazionale del mio partito».