I numeri parlano chiaro. La Spagna ormai è il paese d’arrivo della maggior parte dei migranti che raggiungono l’Europa attraversando il Mediterraneo. Secondo la Oim (l’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu), fino al 12 settembre un totale di circa 74.500 persone era riuscito ad attraversare il mare che separa l’Africa dai suoi vicini più ricchi del nord.

DI QUESTE PERSONE, ben 32mila sono arrivate sulle coste spagnole (il 43% del totale), 20mila sulle coste italiane e 21mila su quelle greche. Sempre secondo i dati dell’Oim, sarebbero almeno 1.500 quelli che non ce l’avrebbero fatta quest’anno, a fronte delle più di 2500 vittime per tutto il 2017. La differenza con l’andamento degli anni scorsi è enorme. Nello stesso periodo dello scorso anno, in Spagna erano arrivate solo circa 9000 persone, meno di un terzo di quelle di oggi e, a fine 2017 i migranti accolti dalla Spagna erano meno dell’8% del totale. In tutto nel 2017, infatti, hanno raggiunto l’Europa 129mila migranti, 100mila dei quali attraverso l’Italia.

A SETTEMBRE, LA MEDIA di arrivi sulle coste andaluse è stata di 300 persone al giorno. Ed è infatti il governo socialista della regione, guidato dall’arcirivale di Pedro Sánchez, Susana Díaz, che ha chiesto aiuto a Madrid per gestire il flusso eccezionale. L’ong Proactiva Open Arms ha deciso di modificare il suo raggio di azione dalle acque fra Italia e Libia, alle acque al sud della Spagna: non solo per le vessazioni subite negli ultimi mesi, ma anche perché, dati alla mano, l’emergenza si è spostata qui.

SIVIGLIA HA CHIESTO A MADRID di trovare il modo di ripartire equamente in tutto il territorio nazionale i 10mila minori non accompagnati, la maggior parte dei quali arrivano proprio in Andalusia. Il 70% di loro è marocchino. Anche Barcellona finisce per accogliere molti di questi minori, che vengono spesso in maniera sbrigativa e informale messi su un autobus e mandati nella città scelta dai minori, molti dei quali della Spagna conoscono solo il nome delle due principali squadre di calcio.

A DENTI STRETTI le autorità della Generalitat ammettono che ormai non è più un’«emergenza» e che occorre pianificare un piano a lungo termine per accogliere minori (o presunti tali), quasi tutti adolescenti e difficilmente inseribili in famiglie o centri. Il governo Sánchez ha promesso di stanziare in un decreto apposito 40 milioni straordinari da ripartire fra tutte le comunità che si offrano di accoglierli.

È STATA L’ULTIMA PROMESSA dell’ex ministra della Sanità Montón, che vedremo se la nuova ministra María Luisa Carcedo confermerà. Ma il governo mantiene una certa ambiguità sul tema migrazione: dopo il bel gesto dell’Aquarius, il 24 agosto ha anche seguito le orme del governo Rajoy con le infami «restituzioni a caldo»: 116 migranti che avevano superato il muro della frontiera dell’enclave di Ceuta in meno di 24 ore sono stati rispediti al Marocco, per lo scandalo di ong e avvocati che non sono neppure riusciti a preparare un ricorso.