Per Mario Draghi i provvedimenti che il governo prenderà oggi contro il caro bollette e carburante saranno «sufficienti, poi ci adegueremo a situazione». In un clima di crescente militarizzazione del dibattito, mentre si consolida l’incertezza assoluta funzionale all’angoscia e alla subalternità, ieri il presidente del consiglio ha pensato bene di dare il suo contributo. Il suo approccio è ambivalente e risponde al celebre proverbio: «uomo avvisato, mezzo salvato».

Nella logica neo-liberale che informa l’agire di Draghi significa non drammatizzare e allo stesso tempo prepararsi al peggio. Se Putin «non vuole la pace» e bisogna restare pronti. Intanto con una prima tranche di aiuti che dovrebbero essere stanziati oggi, ma senza ricorrere a risorse in deficit, e dunque niente «scostamento di bilancio». Ma poi bisogna pensare anche al «razionamento» se dovesse servire. È «esagerato» dire che ci troviamo in un’«economia di guerra» aveva detto la scorsa settimana. Ma è bene prepararsi al peggio.

Dunque, l’attesa necessaria a capire se siamo, o no, in un’economia di guerra è già, essa stessa, un’economia di guerra. Lo confermano le speculazioni sui prezzi del carburante anche in presenza del calo del petrolio, o gli aumenti delle materie prime agroalimentari. La «recessione? Non la vedo» ha aggiunto Draghi. E il documento di economia e finanza (Def) sarà anticipato a fine marzo.

Il governo dà l’impressione di navigare a vista anche perché ha deciso di confermare un orientamento che contrasta con quanto aveva detto Draghi nella fase della sua candidatura a Palazzo Chigi. Era il 2020, il momento in cui parlava di «debito buono/cattivo». Un secolo fa. Ora le banche centrali, preoccupate per l’inflazione, hanno iniziato a aumentare i tassi di interesse. Una decisione che però potrebbe arrestare la crescita.

Nella contraddizione si avvita anche l’esecutivo italiano che sta pensando a un decreto dove, per ora, di certo c’è solo il taglio inadeguato di 15 centesimi delle accise su benzina e gasolio per due, forse tre mesi, che si auto-finanzieranno con gli incassi Iva. Per gli aiuti per le bollette alle famiglie a basso reddito e alle imprese non ci sono risorse.

Si stenta a stabilire un prelievo sugli extra-profitti. Mai toccare il capitale di chi ha guadagnato durante il Covid. La misura non può essere retroattiva. E in Europa continua lo scontro sui provvedimenti da adottare. Prima che siano decisi è difficile che il governo italiano si muova. Ad esempio fissando un tetto al prezzo del gas.