Tra 5 e 6 milioni di persone senza elettricità in quello che è il più grosso blackout della storia degli Stati Uniti, a seguito di un uragano che è stato mediaticamente coperto come l’elezione di un papa e che ha causato danni ancora difficilmente calcolabili con precisione, in quanto la maggior parte delle zone sono ancora inaccessibili.

KEY WEST, la parte più meridionale della Florida, a soli 90 miglia da Cuba, ha zone che sono state spazzate via, e la situazione potrebbe diventare delicata in quanto molti dei ponti che collegano le keys alla terra ferma sono stati danneggiati e questo rallenta molto i soccorsi; da Miami Beach arrivano immagini di strade come fiumi dove galleggiano palme, le autorità hanno chiuso le zone colpite al traffico ma sembra che i danni siano stati minori rispetto alle più catastrofiche previsioni in quanto, fortunatamente, l’uragano ha cambiato direzione spostandosi sulla costa ovest della Florida senza investire Miami nel pieno della sua potenza, e una volta raggiunta la costa che affaccia sul golfo del Messico ha perso intensità.

Irma ha comunque causato 5 morti negli incidenti stradali che hanno segnato l’evacuazione, e la polizia ha arrestato 32 persone per saccheggio. I danni per ora pare che ammontino a circa 20 miliardi di dollari, contro i 100 miliardi previsti nei giorni precedenti.
Ora il problema per la Florida, come è stato per il Texas, sono le inondazioni. Il servizio meteorologico americano ha già lanciato l’allerta per venti forti e piogge intense. In caso di peggioramento, il Pentagono ha già pronti 140 aerei, 650 camion e 150 imbarcazioni per i soccorsi.

«È STATO RAGGIUNTO UN RECORD storico, il livello dell’acqua aumenterà di nuovo» ha dichiarato lo sceriffo di Jacksonville, invitando i suoi concittadini a non avventurarsi per le strade.

Ora Irma si sposta verso nord e quella che attraverserà Georgia, Virginia e South Carolina sarà una «tempesta tropicale». Non è, comunque, una notizia che spazza il campo dalle preoccupazioni: la Georgia è una regione tradizionalmente non interessata da fenomeni di questo genere e, a differenza della Florida, non ha abitazioni attrezzate a fronteggiare uragani e tempeste.

IL GOVERNATORE DELLA FLORIDA Rick Scott ha riferito di aver parlato con Donald Trump: «Ha fatto in modo che tutto ciò che ho chiesto al governo federale ci fosse dato», ha detto. Negli ultimi giorni Scott si è fatto portavoce dell’allerta in attesa di Irma, lanciando messaggi su prevenzione e ordini di evacuazione. Trump ha dichiarato: «Andrò molto presto in Florida a verificare di persona gli effetti dell’uragano».

Una parte del dibattito americano riguarda il tipo di copertura dell’evento che c’è stata per Harvey e in particolare per Irma. Domenica mattina, Bill Weir, veterano dei corrispondenti della Cnn, mentre era a Key Largo in collegamento con Chris Cuomo in studio, è stato investito da una raffica di vento talmente violenta da essere spostato di un po’ di metri.

Non è stato l’unico esempio di giornalisti mandati allo sbaraglio nelle stesse situazioni che dicevano ai loro ascoltatori di evitare: ore più tardI la corrispondente della Msnbc a Miami indicava alberi che si piegavano al vento accanto a lei, sollevando la questione se la sua squadra fosse in pericolo e un inviato della Cnn ha detto in onda da Miami Beach: «Se non avessi questa ringhiera in acciaio, sarei in volo». Tutto ciò in nome di una necessità di informazione che ha spesso toccato il voyerismo sensazionalista, senza aggiungere nulla alle conclusioni che la serie di uragani dovrebbe far tirare.

IL DIBATTITO SUL CAMBIAMENTO climatico non è scaturito naturalmente, come ci si poteva aspettare, da questa serie di eventi catastrofici, almeno non nel tradizionale media televisivo; discorso diverso per la carta stampa e i social media, dove il paradosso di un presidente negazionista sul cambiamento climatico deve suo malgrado gestirne le conseguenze, e lo fa come se non ci fosse alcuna relazione tra i due argomenti. Con lui una parte del Partito repubblicano, incluso il governatore repubblicano della Florida Rick Scott che, parlando con la Nbc, ha detto: «La cosa più importante è che si preghi per noi».

La cosa più importante, in realtà, sarebbe rispettare il trattato di Parigi e possibilmente andare anche oltre, ma dalla Casa Bianca non arrivano messaggi in questo senso.