Tra i tanti dispettucci che Forza Italia poteva escogitare contro Giorgia Meloni per vendicarsi dei troppi rospi serviti al tavolo di Silvio Berlusconi, quello messo a segno dal senatore Maurizio Gasparri è senz’altro il più acido. Mentre la premier in pectore si barcamena tra i colpi bassi di camerati e alleati vari nel tentativo di mettere su una squadra di governo, alla prima seduta d’Aula di Palazzo Madama il senatore azzurro – che con Meloni condivide le antiche radici missine ma che qualche giorno fa aveva protestato vivamente per la presidenza delle camere non pervenuta al suo partito – , ha pensato bene di presentare – o meglio, ripresentare come già fece nel 2009 e nel 2013 – un ddl tanto provocatorio e di bandiera quanto improbabile da far passare, sia pure nel più nero parlamento della storia italiana post bellica. Con la modifica dell’articolo 1 del Codice Civile, il ddl Gasparri farebbe antecedere l’acquisizione della capacità giuridica dal «momento della nascita», come è nell’attuale definizione, al «momento del concepimento». I diritti patrimoniali rimarrebbero invece subordinati all’evento della nascita.

Un capovolgimento del diritto che metterebbe la donna in secondo piano rispetto al feto, e annullerebbe l’impianto stesso della legge 194 che Giorgia Meloni ha giurato e spergiurato di non voler toccare. Anche perché – va ricordato – nella sua applicazione attuale la legge del 1978 già rende molto difficoltoso e in alcune regioni impossibile l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.

Una proposta, quella di Gasparri, che mette in imbarazzo la stessa coalizione, solleva le proteste di tutta l’opposizione e riceve un solo primo esplicito plauso dal vescovo di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta, che bolla la legge sull’aborto come «iniqua perché autorizza l’uccisione di un essere umano», pur se, ammette l’eminenza, «capisco comunque anche io che oggi in Italia non ci sarebbero i numeri né in Parlamento né in una eventuale consultazione referendaria per modificare o abolire la 194».

«La priorità saranno bollette, lavoro, fermare la legge Fornero, non tornare a dividere il Paese cancellando o modificando la legge sull’aborto – è costretto a chiarire Matteo Salvini in una diretta social – Io sono sempre per la vita ma l’ultima parola spetta alla donna. Di tutto c’è bisogno tranne che di dividersi».

Una rassicurazione che arriva dopo la levata di scudi di tutta l’opposizione: «La proposta di legge di Gasparri contro l’aborto, Berlusconi in luna di miele con Putin: se vogliono guidare l’Italia in questa direzione andranno a sbattere contro un muro», attacca il leader del M5S Giuseppe Conte. Per il Pd parlano in molti ma non Enrico Letta: «L’elezione di Fontana e La Russa, la proposta di legge di Gasparri per eliminare la Legge 194, nomi di estremisti e integralisti per il Ministero della Famiglia – riassume Alessandro Zan – La destra inizia l’attacco ai diritti ancor prima di formare il governo. Litigano su tutto, tranne su questo».

«Vorrebbero conferire capacità giuridica all’embrione fin dal suo concepimento. L’obiettivo? Poter accusare di omicidio ogni donna che ricorre all’interruzione volontaria di gravidanza. Avevamo avvertito di questo pericolo imminente, per questo non ci sorprende», è la reazione di Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra. «Il primo pallino – conclude – è sempre quello negare diritti e restringere libertà. Perché la destra è sempre la destra». Protestano e promettono battaglia anche Rifondazione comunista, Radicali italiani e molte organizzazioni della società civile tra le quali la Cgil, l’Arci e Non una di meno.

Ma tra le grosse risate alle spalle di Giorgia Meloni, qualche mal di pancia anche interno al partito deve aver paralizzato il bontempone di Forza Italia, tanto che Gasparri ieri sera è stato costretto a spiegare che il ddl sui diritti del concepito – inimmaginabili perfino in Polonia – è tra le proposte già bocciate che «in automatico» ripresenta ad ogni inizio legislatura, come un epitaffio al contrario. «Il mio obiettivo in questa legislatura – ha dovuto promettere – resterà quello di una piena e completa attuazione della legge 194, anche nelle parti disapplicate, come hanno più volte detto tutti gli esponenti di Forza Italia e del centrodestra».