Continuano le operazioni di soccorso in cerca di superstiti nella Derna semi-distrutta dal passaggio del ciclone subtropicale “Daniel” , mentre l’enorme quantità di fango che ha cancellato 30 km di strade e interi quartieri della città libica si indurisce, rendendo tutto più difficile.

I morti accertati negli ospedali della regione sono circa 4mila, secondo fonti dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Ma i calcoli elaborati dalla Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa (Ifrc) parlano di oltre 11mila vittime e circa 10mila dispersi, mentre il Mediterraneo continua a restituire a decine e decine di chilometri di distanza i corpi trascinati in mare dalla furia dell’acqua che si è riversata sull’abitato dopo il cedimento di due dighe.

Nel resto del paese si registrano “solo” 170 morti. Ma ad Al Bayda, dove si contano migliaia di sfollati, per le autorità sanitarie locali l’allarme ora riguarda le «malattie trasmesse dall’acqua e a seguito della decomposizione dei cadaveri», considerando che l’acqua un tempo potabile delle condutture cittadine risulta contaminata.

Il procuratore generale Al Siddiq al Sour indaga sul crollo delle dighe e gli allarmi ignorati.