Ci sarebbe un accordo tra i democratici e Donald Trump riguardo i Dreamers, i giovani immigrati arrivati da bambini negli Stati uniti con genitori illegali e protetti dal Deferred Action for Childhood Arrivals, il Daca, affinché non vengano deportati, o forse no, le notizie si accavallano.

A DARE NOTIZIA DELL’ACCORDO, mercoledì sera, al termine di una cena alla Casa bianca, erano stati Nancy Pelosi e Chuck Schumer i leader dei democratici alla Camera e al Senato; in cambio Trump avrebbe ottenuto l’impegno a lavorare su un pacchetto di misure per rafforzare la sicurezza dei confini, escluso il muro con il Messico.
«Ci siamo accordati per conservare con una legge le tutele del Daca e per lavorare a un pacchetto per la sicurezza dei confini escluso il muro – diceva la nota diffusa da Pelosi e Schumer – che sia accettabile per tutte e due le parti».

Dalla Casa Bianca sono arrivate comunicazioni meno assertive, di una cena «costruttiva», durante la quale si era parlato del Daca, come della sicurezza dei confini e della riforma fiscale, per confermare «l’impegno forte del presidente a soluzioni bipartisan sui problemi che interessano di più agli americani».

«A cena si è parlato di Daca e di sicurezza dei confini, ma sull’esclusione del muro certamente non c’è stato accordo» aveva poi scritto su Twitter Sarah Huckabee Sanders, portavoce della Casa bianca. Sempre tramite il social media, l’annuncio dei democratici era stato smentito da Trump in persona che aveva precisato: «Prima serve un accordo su una massiccia sicurezza alla frontiera», specificando che «il muro con il Messico è già in costruzione sotto forma di ristrutturazione di barriere e muri esistenti. E continuerà ad essere costruito».

DONALD TRUMP, poi, rispondendo alle domande dei giornalisti che gli chiedevano dei suoi contatti con l’opposizione per rivedere il programma Daca che riguarda circa 800 mila giovani a rischio espulsione, ha dichiarato: «Non si stanno considerando cittadinanza e amnistia quali soluzioni per i Dreamer». Quando poi era ormai in partenza per la Florida per visitare le zone colpite dall’uragano Irma, ha affermato: «Siamo abbastanza vicini a trovare un accordo sui Dreamer. Ma il muro si farà», mentre su Twitter ribadeva che nessun accordo era stato stretto «la sera precedente» e che il muro era, in ogni caso, fuori discussione. Da questo rincorrersi di dichiarazioni, smentite, contro dichiarazioni, ciò che si deduce, principalmente, è che il profilarsi di questa intesa costituisce un nuovo schiaffo del presidente ai repubblicani, che segue quello dell’accordo con l’opposizione sul tetto del debito, stilato in cambio degli aiuti per l’uragano Harvey.

UN ALTRO SCAMBIO, questo, che permette a Trump di portare a casa qualcosa per non perdere totalmente credibilità con la propria base meno ferocemente di destra. Il raggiungimento di tutte queste intese, per ora, isola ulteriormente il presidente dal partito che dovrebbe rappresentare, e comunque andrà l’intesa sui Dreamer avrà bisogno dell’appoggio dei repubblicani, molti dei quali sono già irritati con Trump.

L’ex stratega di Trump, Steve Bannon, ha predetto che la tutela dei Dreamer distruggerà il partito repubblicano prima delle elezioni di midterms del 2018, oltre a essere in contrasto con le promesse della campagna elettorale: Trump è stato eletto proprio per impegnarsi a costruire un muro di confine e dicendo che non avrebbe mai applicato un’amnistia per tutti gli immigrati senza documenti.

STEVE KING, REPUBBLICANO dell’Iowa e uno dei più forti sostenitori delle restrizioni all’immigrazione nel Congresso, si è detto preoccupato che l’accordo sul Daca potrebbe distruggere anche la base del partito, ma che i repubblicani avranno difficoltà a rifiutare qualcosa se Trump vi è implicato. «È difficile opporsi al presidente del proprio partito», ha specificato.
Molti dei repubblicani del Senato hanno affermato che, se costretti, potranno sostenere un qualche tipo di pacchetto con le protezioni Daca se è presente anche la sicurezza delle frontiere. Di certo sarà una scelta sofferta.