Il giorno dopo la sentenza che porterà il «decreto interpretativo» voluto dal ministro Giorgetti su Alitalia-Ita per fermare la cause di reintegro dei lavoratori non riassunti alla Corte costituzionale la linea del governo è «la consegna del silenzio».

Bocche cucite sia dal ministro Giorgetti che da Ita Airways – contattati dal manifesto che ieri ha anticipato la notizia della sentenza – per non rovinare il «matrimonio» con Lufthansa che dovrebbe tenersi a giorni nonostante il banchetto sia tutto per il gigante tedesco che si prenderà il lucroso mercato italiano e riempirà i propri voli intercontinentali con soli 325 milioni di euro, comandando con il 41% del capitale della nano compagnia sorta dalle ceneri di Alitalia.

Ma proprio il fantasma di Alitalia – e il vergognoso trattamento riservato agli ex dipendenti – si sta riprendendo la scena, abbattendo il castello di carta messo insieme dal Mef, dai commissari straordinari e dall’ex presidente di Ita Alfredo Altavilla per far decollare una nuova compagnia senza debiti e con pochissimi lavoratori e salari del 30% sotto la media delle compagnie.
La sentenza con cui la presidente della Terza sezione del tribunale del lavoro di Roma Tiziana Orru ha pesantemente valutato il testo voluto da Giorgetti «preordinata a condizionare l’esito dei giudizi ancora in corso» per «ragioni finanziarie» viene invece festeggiata dall’opposizione che all’epoca della «norma interpretativa» – infilata nel decreto Energia a settembre 2023 – ne chiesero compatte il ritiro.

«L’ordinanza del tribunale di Roma di remissione alla Corte Costituzionale avvalora quanto da noi sostenuto – sottolinea la responsabile Lavoro del Pd Cecilia Guerra – e fa esplicito riferimento agli emendamenti presentati da noi e altre opposizioni, circa il fatto che la norma di interpretazione autentica sia stata in realtà pensata esplicitamente per Alitalia-Ita per determinare un esito favorevole al governo, che è parte in causa in questo caso. E i dubbi di incostituzionalità, come da noi detto, riguardano proprio l’illegittimità costituzionale di una norma “preordinata a condizionare l’esito dei giudizi in corso”. L’ordinanza apre nuove speranze per i tanti lavoratori in difficoltà anche perché la cassa integrazione si è rilevata insufficiente. Il governo sta correndo ai ripari con un emendamento che però non è sufficiente a evitare ritardi nei pagamenti. È importante che nell’accordo Lufthansa-Ita sia data priorità ad assumere questo personale ingiustamente penalizzato», conclude Guerra.

«Il matrimonio Ita-Lufthansa è cosa fatta – commenta l’avvocato Pierluigi Panici che ha vinto cause di reintegro sia al tribunale di Roma che a quello di Milano – niente di meglio per festeggiarlo anche da parte dei circa 2 mila esclusi dalla assunzione l’ordinanza di tribunale di Roma di remissione alla Corte Costituzionale della “norma di interpretazione autentica”. I lavoratori hanno diritto alla applicazione del 2112 ( «domanda fondata») ma vi è di ostacolo la «norma» emanata dal governo. Lo stato di diritto prevale sull’esecutivo che pratica illegittima macelleria sociale. Esiste fra l’altro una recentissima sentenza della Corte Costizionale, la 4 del 2024, proprio sulla “norme di interpretazione autentica di leggi retroattiva incidenti sui giudizi in corso in modo da determinarne l’esito, la Corte censura severamente l’uso distorto del potere legislativo», conclude Panici.

Se, come probabile, vista anche la stessa composizione della consulta, il parere fosse per l’incostituzionalità della norma interpretativa è ovvio che i tribunali tornerebbero a dare ragione ai lavoratori ricorrenti di Alitalia, creando seri problemi ai conti di Ita anche a causa del tempo passato dal decollo della compagnia che aggrava l’ammontare dei salari arretrati da riconoscere a chi vincerà le cause.