«La sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea – sostiene Valerio De Stefano, docente di diritto del lavoro all’università di Lovanio- definisce Uber come un operatore dei trasporti e non come una società di servizi informatici per il solo fatto che usa strumenti digitali che permettono l’incontro tra la domanda e l’offerta. Un simile orientamento è emerso anche nelle prime decisioni prese dai tribunali degli Stati Uniti a proposito dello status lavorativo degli autisti che lavorano per le piattaforme.

Cosa cambia per i lavoratori?
La sentenza non si occupa della qualificazione giuridica degli autisti di Uber come autonomi o subordinati, ma afferma chiaramente un fatto: questi autisti non offrono un servizio indipendente da Uber.

Significa che non sono «imprenditori di se stessi», ma lavoratori alle dipendenze di Uber?
Significa che non sono gli autisti a fornire un servizio come tante piccole imprese, ma vanno considerati come «agenti» di Uber.

Cosa significa essere «agenti» di una piattaforma digitale?
La Corte ha osservato che Uber fissa il prezzo della corsa in auto e gli standard di qualità del servizio, controlla come gli autisti mettono in pratica le sue direttive anche a rischio di essere «disattivati» dalla piattaforma se non le eseguono.

In realtà c’è chi dice che questa economia sia composta solo da lavoretti e serva a procurarsi qualche soldo extra…
Bisogna sfatare il luogo comune per cui il lavoro digitale sia un’attività secondaria, un hobby che permette di guadagnare per integrare un primo reddito. Una recente ricerca dell’Ilo ha dimostrato che cresce il numero di persone che lo considera una fonte primaria di reddito.

I giudici nazionali saranno obbligati a fare proprio l’orientamento della Corte Europea?
Nelle cause sulla normativa dei trasporti la sentenza della Corte Europea è immediatamente vincolante per i giudici nazionali. Nelle cause di lavoro fornirà argomenti per sostenere che gli autisti di Uber non forniscono un servizio autonomo dalla piattaforma.

La sentenza avrà qualche effetto sulle cause degli altri lavoratori digitali: Deliveroo, Foodora?
Non direttamente. Di sicuro però invita a riflettere sulla presupposta autonomia del lavoro nella gig-economy e sul ruolo essenziale delle piattaforme nel fornire un servizio direttamente e non tramite meri operatori indipendenti.

Uber sostiene che continuerà a operare come prima. Cosa significa?
Per ora la sua attività nei servizi premium come Uber Black, non è vietata e probabilmente non lo sarà. Ma sarà regolata dalle normative nazionali di trasporti, anche in materia di licenze e sicurezza. Quindi cambierà eccome.