È incredibile ma è vero: piccoli gruppi di Houthi yemeniti, fino ieri sconosciuti al grande pubblico, stanno quasi bloccando una delle rotte marittime più importanti del commercio globale. Gli Houthi ritengono che la sua interruzione aumenterà la pressione sulla comunità internazionale per costringere Israele ad accettare un cessate il fuoco nella guerra di Gaza.

Gli attacchi hanno aumentato i costi di trasporto e ridotto il traffico dei portacontainer di quasi la metà. Tuttavia, ciò non si è tradotto in una pressione per un cessate il fuoco: molti paesi hanno preferito schierare le loro navi da guerra nel Mar Rosso. Prosperity Guardian è stata la prima missione che ha visto 12 paesi sotto comando americano partire per proteggere la propria «prosperità», come suggerisce il nome.

MA CI SONO anche indiani, cinesi, francesi, italiani, pakistani, sauditi e non mancano le navi iraniane. Presto arriverà anche la missione della Ue «Aspides», con l’Italia al comando tattico.

L’Egitto, riportavano ieri fonti stampa, potrebbe offrire supporto logistico o consulenza alla missione, sebbene il Cairo non abbia ufficialmente confermato. La crisi sta infliggendo gravi danni all’economia egiziana: le entrate del Canale di Suez sono crollate drasticamente a gennaio, scendendo a 428 milioni di dollari rispetto ai 804 milioni dell’anno precedente, come afferma Osama Rabie, capo dell’Autorità del Canale di Suez.

Una prolungata tensione sicuramente causerebbe gravi problemi economici per molti paesi. Il volume del commercio estero italiano ha già subito una perdita di 8,8 miliardi di euro da novembre 2023, secondo il Centro Studi Confartigianato. L’Italia gestisce il 54% delle sue esportazioni via mare, di cui il 42,7% transita normalmente attraverso di Suez.

Con il prolungarsi dei tempi di trasporto, Coldiretti è preoccupata per le esportazioni di frutta e verdura, mentre i rappresentanti dell’industria della moda temono di non poter più raggiungere i propri clienti. I primi effetti si vedono nei maggiori porti italiani, che da fine dicembre hanno registrato una riduzione dei traffici commerciali superiore al 20%.

Gli effetti sull’inflazione potrebbero essere significativi per l’Europa. Secondo gli esperti, la crisi potrebbe causare un aumento dei prezzi del 1,8% entro 12 mesi e portare a una crescita dell’inflazione tendenziale dello 0,7%, rispetto a uno scenario senza crisi.

NON SONO IMMUNI neanche i gradi paesi orientali. Nonostante gli Houthi non abbiano attaccato navi di proprietà cinese, i leader di Pechino sono preoccupati per l’incremento dei costi nel trasporto marittimo. Secondo il Kiel Institute in Germania, il costo per la spedizione di un container standard da 12 metri dalla Cina al nord Europa è aumentato di tre volte.

La China Ocean Shipping Company, operatore della quarta flotta più grande del settore, ha abbandonato la rotta del Mar Rosso a causa dei rischi per la sicurezza. Le sue navi sono costrette a deviare attorno al Capo di Buona Speranza, aggiungendo 10 giorni e costi di carburante al viaggio. Secondo quanto riportato dai media statali cinesi, la marina ha iniziato a scortare le sue navi mercantili che ancora utilizzano la rotta del Mar Rosso.

Anche l’India ha di recente schierato 12 navi da guerra a est del Mar Rosso per proteggere le sue navi mercantili dagli attacchi. New Delhi dipende pesantemente dalla rotta attraverso Suez per scambi commerciali che rappresentano il 50% delle esportazioni e il 30% delle importazioni.

Tra i settori più colpiti quelli che gestiscono articoli deperibili, caratterizzati da margini di guadagno ridotti. L’India è il più grande esportatore di riso al mondo e spedisce circa il 35% della sua produzione totale, 7,5 milioni di tonnellate, in Europa, Nord America, Nord Africa e Medio Oriente via Mar Rosso.

Può il dispiegamento delle forze militari contribuire a risolvere la crisi? La frequenza degli attacchi Houthi è diminuita dopo che le forze anglo-americane hanno iniziato attacchi quotidiani sui loro siti di lancio missilistico. Ma la minaccia per il trasporto marittimo tuttora rimane.

SI PUÒ TRATTARE la febbre senza prestare attenzione alla causa sottostante? La malattia che continua a generare tensioni e conflitti nel Medio Oriente sembra essere l’occupazione militare israeliana, il cui impatto più devastante si evidenzia oggi a Gaza.

Tuttavia, sembra che nessuna cancelleria occidentale o orientale abbia la volontà di mettere seriamente in discussione il governo israeliano per fermare una guerra che ormai assume i connotati di un genocidio.