Da qualche mese negli Stati Uniti i registra un aumento significativo di richiedenti asilo provenienti dalla Russia. Un fenomeno iniziato mesi prima dell’invasione russa in Ucraina, ma che con l’inizio della guerra si è intensificato; già nel periodo da agosto a gennaio i russi che avevano cercato rifugio al confine Messico-Usa erano stati 8600, 35 volte di più rispetto ai 249 che lo avevano fatto nello stesso periodo dell’anno precedente. Nove su 10 dei richiedenti asilo hanno utilizzato i valichi di frontiera ufficiali di San Diego. E i numeri crescono di giorno in giorno.

La ragione di questi accessi indiretti al confine meridionale deriva dal fatto che i russi per entrare in Messico, a differenza di quanto accade negli Stati uniti, non hanno bisogno di un visto. Così molti volano da Mosca a Cancun per entrare come turisti, andare a Tijuana e acquistare o noleggiare un’auto con la quale passare la frontiera e chiedere asilo.

Il valico San Ysidro a San Diego vede un traffico di circa 30.000 auto in entrata ogni giorno; le barriere di cemento incanalano 24 corsie verso un confine segnato da alcune file di dossi con catarifrangenti gialli, come quelli che dividono le corsie autostradali, situati prima che i veicoli raggiungano le cabine di ispezione, creando una specie di zona cuscinetto.

Ai migranti basta solo raggiungere quella zona cuscinetto fra i dossi e le cabine di ispezione per richiedere asilo sul suolo statunitense. La prassi di ingresso viene complicata dalla presenza degli agenti dell’immigrazione Usa di stanza sul lato messicano del confine, che cercano di bloccare le persone prima ancora che arrivino, sbirciando nei veicoli, facendo cenno agli automobilisti di mostrare i documenti di viaggio e fermando le auto che ritengono sospette.

I russi che vogliono chiedere asilo negli Usa si scambiano informazioni e consigli di viaggio sui social e i servizi di messaggistica come Telegram, dove un uomo, che per ragioni ovvie non si è identificato, ha raccontato tutto il suo viaggio, dalla Piazza Rossa a una stanza d’albergo di San Diego, con soste a Cancun e Città del Messico. Alla fine racconta che è andato bene, nonostante i due giorni di custodia negli Stati uniti, e incoraggia gli altri connazionali intenzionati a provarci.

Anche se gli agenti di frontiera possono ancora negare ai migranti la possibilità di chiedere asilo per il rischio che diffondano il Covid-19, ai russi è praticamente garantita; logistica e relazioni diplomatiche tese rendono difficile il rimpatrio di persone di alcune nazionalitá e i russi sono fra questi.

Per questa ragione i cittadini russi che tentano il viaggio preferiscono guidare ed entrare attraverso i valichi ufficiali, ricorrrendo a un “facilitatore” per l’organizzazione. piuttosto che tentare di attraversare illegalmente il confine a piedi tra deserti e montagne,

Errata Corrige

La fuga dei “turisti” russi era già da record prima dell’invasione, con ingressi 35 volte più numerosi. E i numeri del fenomeno crescono ogni giorno