Giorgio Agamben ha pubblicato diverse riflessioni sull’ “emergenza-epidemia”. Ecco le sue domande: come è possibile accettare “in nome di un rischio che non era possibile precisare” che i corpi dei nostri cari siano bruciati o sepolti senza poterli vedere? E di essere privati della libertà di movimento? Che società è quella che rinuncia alla libertà in nome della sopravvivenza? La sua risposta è che abbiamo rinunciato alla ricerca del bene per paura della morte, e questo grazie a una scienza medica che ha separato vita biologica e vita affettiva. La Chiesa, da parte sua, avrebbe dimenticato che i martiri sceglievano...