La grande vitalità del cinema latinoamericano è evidente dalle quattro presenze tra i film in concorso alla Mostra, numerosi altri nelle diverse sezioni e appuntamenti con registi. È un atteso ritorno quello del regista venezuelano Lorenzo Vigas con La caja che nel 2016 vinse il Leone d’oro con il suo esordio Desde allá (Ti guardo), primo film latino ad ottenere il Leone. Anche questo nuovo film è targato Messico (il paese dove il regista risiede da tempo) e ancora una volta la tematica centrale è quella della paternità, che, dice il regista, in una cultura maschilista viene spesso a mancare. Un figlio va alla ricerca del padre desaparecido, forse è nelle ossa che gli consegnano, forse è qualcuno che incontra. Il regista affronta il tema della memoria ancora non risolto, una serie di problematiche che nel suo primo film erano così sotterranee da creare allarme costante nello spettatore. Qui vedremo scoperchiarsi le fosse comuni e i massacri delle donne. Il film è infatti il primo ad affrontare il numero impressionante di femminicidi in Messico, con numeri record nella città di Juarez fino dagli anni Novanta.

Collaboratore di Vigas, Michael Franco (coproduttore di Desde Allà) autore del durissimo Nuevo Orden (2020) porta a Venezia Sundown, un film di coproduzione Messico Francia Svezia e cast internazionale, con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, non a caso due attori che trasmettono ombre oscure. Un altro atteso ritorno di sottile umorismo assicurato è quello del regista argentino Gaston Duprat (Mi obra maestra, El ciudadano ilustre) con Competencia Oficial, codiretta con Mariano Cohn e interpretata da Penelope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martinez. In concorso anche il nome di punta del contemporaneo cinema cileno Pablo Larrain che continua a mettere in scena le protagoniste delle classi alte: dopo Jacqueline Kennnedy ora in Spencer si confronta con il mito di Diana, interpretata da Kristen Stewart. Dal programma di Orizzonti: El hoyo en la cerca di Joaquin del Paso, dove si intrecciano tematiche religiose e di classe, film ambientato in un collegio maschile esclusivo, non a caso coprodotto dal Messico con la Polonia (il regista ha studiato a Lodz oltre che a Cuba) dove le tematiche cattoliche sono spesso presenti nei film.

Altro ritorno è quello dell’urugayano Rodrigo Plà, attivo in Messico, che si è fatto notare a Venezia 2015 per El monstruo de mil cabezas e ancora prima con La zona: anche questo ultimo El otro Tom come gli altri è un film schierato dalla parte dei cittadini più deboli abbandonati dalle istituzioni che dovrebbero proteggerli.

L’esordio di Kiro Russo El gran movimiento (Bolivia) racconta di di personaggi che ci portano nel cuore della capitale La Paz, la città a 3600 metri di altitudine,
Dalla Settimana della Critica segnaliamo due film di contaminazione culturale tra Europa e latinoamerica, gli esordi di Alex Carvalho A Salamandra (Brasile) e Eles trasportan a morte di Helena Giron e Samuel M. Delgado (Spagna Colombia) che medita sui tempi della scoperta dell’America.

Alle Giornate degli Autori Alfredo Castro magnifico interprete cileno e di altri film latini torna nel cast di Pedra Noche dell’argentino Ivan Fund classe ’84 con numerose partecipazioni a festival internazionali, anche direttore della fotografia,montatore e compositore della colonna dei suoi film. Qui indaga i misteri dell’infanzia nel rapporto con il tempo che passa. Deserto particular di Aly Muritiba (Brasile Portogallo) già a Venezia nel 2015 con Tarantula: un viaggio di tremila chilometri dal sud conservatore del Brasile al nord est progressista, viaggio nella realtà contemporanea del paese e analisi del comportamento affettivo maschile «un film d’amore in tempi di odio».

L’interesse, la scoperta dei luoghi latinoamericani si nota anche dalle numerose opere europee di coproduzione, come la Lima di Mother Lode di Matteo Tortone (Francia Italia Svizzera) o Hugo in Argentina di Stefano Knuchel (Svizzera) con Giancarlo Giannini, la storia di un fumettista italiano a Buenos Aires nel 1950 del boom economico: Hugo Pratt.