Si allarga la frattura diplomatica tra Russia e Germania. Il ministero degli Esteri di Mosca ieri ha annunciato che Berlino ha deliberato l’espulsione in massa di 34 diplomatici russi. «Condanniamo fermamente queste azioni di Berlino, che continua a distruggere l’intera gamma delle relazioni Russia-Germania, anche nelle loro dimensione diplomatica», si legge in una nota ufficiale.

Nonostante le espulsioni, in Germania sono presenti ancora 90 rappresentanti diplomatici di Mosca, scrive Bild citando fonti anonime. L’obiettivo del repulisti sarebbe «ridurre la presenza dell’intelligence russa in Germania».

«Le autorità tedesche hanno notificato alla Federazione russa che avrebbero espulso i nostri diplomatici, ma hanno chiesto di non dirlo a nessuno», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Le agenzie di stampa russe oggi riportano che il colloquio tra i rappresentanti di Russia e Germania sarebbe avvenuto il 5 aprile e che le parti si erano accordate per tenere la decisione segreta.

A TALE PROPOSITO anche i media tedeschi hanno confermato la presenza di accordi segreti pregressi. Tuttavia, sugli stessi media sono poi apparse indiscrezioni che hanno decisamente infastidito Mosca, anche se puntualmente venivano smentite dal Bundestag.

Ora però il velo di segretezza è stato definitivamente squarciato e apprendiamo che le espulsioni ci sono state davvero. «In risposta alle azioni ostili di Berlino» il Cremlino ha deciso di espellere 20 diplomatici tedeschi in Russia. I funzionari degli Esteri di Putin fanno sapere che i diplomatici espulsi dalla Germania sono già rientrati tramite un volo speciale russo che ha ricevuto l’autorizzazione a entrare nello spazio aereo tedesco ieri mattina.

Ma le espulsioni non sono l’unica causa del deteriorarsi delle relazioni tra i due Paesi. Oltre all’invio dei Leopard 2 (e all’autorizzazione concessa agli altri stati che intendevano fornirli all’Ucraina), Berlino è da tempo un osservato speciale del governo russo per l’attentato al Nord Stream dello scorso anno e per alcune dichiarazioni del nuovo ministro degli Esteri, Boris Pistorius. Venerdì, in occasione del vertice di Ramstein, il ministro Pistorius aveva definito «accettabili» gli attacchi ucraini in territorio russo «purché limitati e giustificati da necessità strategiche».

Da Medvedev a Solovyov in Russia tutti hanno risposto malamente alle affermazioni di Pistorius e ieri Zakharova si è mostrata particolarmente minacciosa, utilizzando una retorica apertamente intimidatoria. «Ricordi tutto quello che hai detto? Non dimenticare le tue parole, in ogni caso te le ricorderò io», ha detto la portavoce, come riporta Ria novosti.

E poi ha aggiunto che si chiedeva se per caso (Pistorius) «avesse scoperto chi ha commesso l’attacco al Nord Stream. Anche questa è una tattica accettabile di attacchi limitati» volta a distruggere un’importante infrastruttura fino a poco fa fondamentale per Berlino.

MA ZAKHAROVA non si è scagliata solo contro la Germania. In Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia sarebbero in atto «provocazioni dei media per diffondere false informazioni sull’attività dell’intelligence russa». La funzionaria si è scagliata specificatamente contro alcuni servizi tv che raccontano le presunte ingerenze degli uomini di Mosca a vari livelli, dai social network ai finanziamenti a reti e partiti di estrema destra xenofobe e razziste.

Oltre, ovviamente, allo spionaggioin siti industriali e centrali energetiche di cui i Paesi nord-europei sono ricchi. Giovedì ha destato preoccupazione la presenza di navi-spia russe nei pressi di alcune centrali energetiche svedesi nel Mare del Nord. Ma il caso non è isolato e diversi analisti ritengono che nei prossimi mesi Mosca potrebbe compiere azioni sotto copertura proprio in quell’area.