Tra la delusione della Spd e l’arrabbiatura di Merkel: il “fallimento” di CureVac piomba sulla GroKo come un fulmine a ciel sereno, anche se il ceo dell’impresa, Franz-Werner Haas, spera ancora che «l’efficacia del farmaco possa cambiare».

Poco conta a Berlino: il ministero della Sanità ha annunciato che il vaccino non sarà incluso nella prossima campagna di vaccinazione, cancellando la fornitura di 1,4 milioni di dosi previste per il trimestre. Ieri la cancelliera ha rimproverato i vertici di CureVac per i ritardi nello sviluppo del farmaco, mentre l’esperto di Sanità della Spd, Karl Lauterbach, si è lasciato andare allo sconforto: «Peccato, la squadra di Tubinga avrebbe meritato il successo». Soprattutto perché CureVac è stata ampiamente finanziata dallo Stato.

Nata come progetto di ricerca dell’Università di Tubinga nel 2000, fin dalla fondazione la società è stata sovvenzionata dal ministero della Scienza del Baden-Württemberg che oltre ai fondi ha messo a disposizione laboratori e dottorandi. Nel 2016 sono entrate nel capitale sociale la banca d’investimento del Baden-Württemberg e l’ente pensionistico statale dei medici versando 26,5 milioni di euro. Fino al 2020, quando il governo ha acquisito il 23% di CureVac attraverso la banca di sviluppo statale KfW in cambio di 300 milioni di euro più altri 252 aggiuntivi.