Il Parlamento in seduta comune ha chiuso in fretta e furia la partita della elezione dei dieci componenti laici del Consiglio Superiore della Magistratura, per cercare di ridare legittimità all’organo di autogoverno squassato dai colpi interessati del manovratore Luca Palamara. Impresa fallita miseramente a causa della sostituzione, durante il voto, del candidato di punta di Fratelli d’Italia, l’avvocato Giuseppe Valentino, per i riflessi di una indagine della magistratura di Reggio Calabria. Il Parlamento, prono e ridotto a votificio, ha accettato il sostituto senza colpo ferire. Già prima di questo incidente di percorso era prevalsa una modalità indecorosa per vanificare la...