Joker ha colpito ancora. La conferenza stampa di Costa-Gavras per il suo Adults in the Room finisce prima del previsto: «purtroppo il tempo è scaduto», un grande trambusto annuncia Joaquin Phoenix in arrivo. Il timing ricorda parecchio i tempi concessi dall’Eurogruppo a Yanis Varoufakis (interpretato da Christos Loulis) quando come ministro delle finanze tentava di far accettare la sua richiesta di rinegoziare il debito. «Gli adulti nella stanza» del titolo sono infatti i ministri europei componenti di quell’organo informale dove si discute di euro, ed è il titolo del libro in cui Varoufakis racconta quello che effettivamente successe in quelle stanze. Il film nasce, ha raccontato Costa-Gavras dall’incontro con Varoufakis che gli fece sentire le conferenze registrate all’Eurogruppo (quando ancora si poteva fare). Voleva farne un libro e gli mandava i capitoli via via che li scriveva. Poi ci sono voluti tre anni per preparare il film.

L’IMPEGNO militante di Costa-Gavras è tutto nella precisione con cui racconta senza alcun elemento a distogliere dalla drammaticità dei fatti. Vediamo in azione uno scenario di guerra, come poteva essere un tempo dietro le trincee, qui nel chiuso di una stanza dove non regna certo l’aplomb dei diplomatici, ma la mentalità bottegaia e le armi da combattimento sono i numeri. Si apre con la vittoria di Syriza e con il successivo tentativo di cambiare i termini del prestito, a cominciare da tre giorni dopo le elezioni quando arriva la richiesta di accettare il Memorandum. A partire da lì inizia lo scontro diretto con i creditori e i ministri che Varoufakis riesce a controllare senza accettare le tante provocazioni, con iniziative per creare alleanze, temporeggiare, convincere.

«IL DEBITO VA SALDATO» è l’unica richiesta dell’Eurogruppo, la richiesta di «ricontrattare il debito per motivi umanitari» è respinta come codicillo «politico» inaccettabile. «Non possiamo salvare il vostro sogno comunista» gli viene detto.
Adults in the rooms è la lezione di politica di un regista che ha scelto la Francia come sua nuova patria dopo la dittatura in Grecia e che nei momenti più drammatici per il suo paese è intervenuto a mettere dei punti chiari e fermi i con il suo cinema secco e preciso, da Z. L’orgia del potere (’69) a questo film, dove la resistenza eroica del popolo greco che resta nel fuori campo si fa sentire anche attraverso il complesso lavoro di un uomo politico che aveva dimostrato chiaramente come il programma di salvataggio servisse in realtà a salvare le banche tedesche e francesi. Fino al referendum, alla capitolazione e al suo allontanamento.