I timori che la guerra in Ucraina potesse determinare conseguenze imprevedibili anche nella confinante Moldavia si sta avverando. Ieri, centinaia di manifestanti provenienti da tutto il Paese sono arrivati nella capitale Chisinau per manifestare contro la crisi economica, l’attuale governo in carica e chiedere elezioni anticipate. La giornata di protesta è stata organizzata e promossa dal «Movimento per il popolo», una formazione che riunisce diverse sigle, tra cui il partito filo-russo «Sor».

Al momento la presidente moldava è Maia Sandu, la quale fin dalle prime settimane del suo mandato ha orientato la politica estera del piccolo Paese est-europeo verso l’avvicinamento all’Ue e alla Nato. Decisione che non deve essere piaciuta molto ai dirigenti del Sor, i quali infatti ieri erano presenti alla testa del corteo che ha attraversato le strade di Chisinau, urlando slogan contro il governo e chiedendo dimissioni immediate. «Chiediamo elezioni anticipate» ha detto Vadim Fotescu, un parlamentare di Sor, «è il governo a dover pagare le bollette ai cittadini, dato che sono aumentate più volte per colpa delle autorità». Ma dietro lo spauracchio del carovita, per il quale è stata ufficialmente convocata la manifestazione di ieri, c’è una ragione ulteriore. «Chiediamo anche che venga osservata la neutralità, come è scritto nella costituzione, in modo che il nostro Paese non sia trascinato in operazioni di guerra» ha aggiunto Fotescu.

Durante lo svolgimento della manifestazione una parte dei manifestanti si è staccata dalla maggioranza del corteo e si è diretta verso il parlamento, dove ha tentato di fare irruzione. Tuttavia, a differenza di Capitol Hill e di Brasilia, i carabinieri moldavi erano pronti e non si sono lasciati scavalcare. O, forse, i loro capi non simpatizzavano con i rivoltosi come è accaduto altrove e il bilancio a fine giornata è di decine di fermati. Dopo essere stati respinti davanti al parlamento, diversi gruppi di rivoltosi si sono diretti al palazzo del municipio, ma anche lì si sono trovati di fronte uno schieramento consistente di forze dell’ordine e l’assalto non è riuscito.

Secondo uno dei partiti fedeli alla presidente Sandu, il Partito d’Azione e Solidarietà, i disordini sarebbero frutto di un «disegno» volto a «destabilizzare la situazione del Paese». Ricordiamo che lo scorso 11 febbraio l’ex premier Natalia Gavrilita si è dimessa dalla guida del Parlamento e al suo posto la presidente Sandu ha nominato Dorin Recean, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale. Una figura vicina ai servizi di intelligence e all’esercito, nonché ex ministro dell’interno, che è in carica da neanche due settimane e ha già tuonato per la smilitarizzazione della regione separatista filo-russa della Transnistria.
Nelle ultime settimane, a causa dell’invasione russa in Ucraina, anche la Moldavia si trova a dover affrontare gravi problemi di forniture energetiche e problemi di sicurezza, come quelli legati ai missili russi che sorvolano lo spazio aereo moldavo durante i bombardamenti lanciati dalla flotta russa nel Mar Nero.(s. ang.)