Una incessante pioggia cade da ieri a Bardonecchia, rendendo ancora più difficile il cammino dei migranti verso la Francia. Un flusso che, anche ieri, pareva essersi arrestato. Il grande clamore mediatico, e il timore che in Francia i gendarmi possano essere particolarmente severi, sta bloccando a Torino i migranti che attendono tempi più tranquilli per provare la fortuna.

ANCHE A CLAVIERE gli arrivi con l’autobus sono fermi, e nel presidio posto sotto la navata della piccola chiesetta rimangono solo alcuni giovani africani, in attesa di un tempo più clemente.

L’ultimo colpo di coda dell’inverno, mai come quest’anno particolarmente duro e nevoso, fa da sfondo al gelo diplomatico calato tra Italia e Francia dopo l’irruzione di venerdì sera effettuata da cinque doganieri francesi nel presidio sanitario di Bardonecchia.

Lo scontro è ormai aperto e nessuno dei due governi pare disposto ad arretrare. Rimane quindi in vigore la decisione, presa sabato dal ministro Minniti, inerente la sospensione della cooperazione di polizia transfrontaliera: questo significa che lungo la tratta ferroviaria che collega Bardonecchia a Modane non opera più il filtro italiano: il «servizio» che imponeva agli irregolari di avventurarsi in Francia.

I gendarmi francesi non sono più presenti a Bardonecchia da sabato pomeriggio.

I cinque doganieri francesi che hanno preteso un esame delle urine immediato dal giovane nigeriano che viaggiava da Parigi a Napoli, restano indagati dalla procura di Torino per abuso d’ufficio, violenza privata e violazione di domicilio aggravata. Le autorità francesi hanno negato le loro generalità, il procedimento è a carico di ignoti. La procura di Torino sta valutando di procedere con un rogatoria per ottenere i nomi dalle autorità francesi.

Emergono intanto nuovi aspetti sull’irruzione dei gendarmi francesi nel presidio di Bardonecchia. Martina Tazzioli, ricercatrice universitaria, ha scritto una lunga testimonianza sul sito opendemocracy.net, da cui emergono particolari che ben inquadrano la violenza con cui è stata condotta l’operazione: «I militari francesi erano armati di pistole e taser elettronici: il mediatore culturale presente nel centro gli ha fatto notare che nessuno, come previsto dal regolamento, poteva entrare in quel luogo armato. Ma i gendarmi gli hanno urlato di chiudere la bocca, e di farsi gli affari suoi. Gli oggetti presenti nello zaino del giovane nigeriano sono stati buttati per terra. I doganieri francesi sono andati via prima che arrivassero i loro colleghi italiani».

Martina Tazzioli potrebbe essere ascoltata dai magistrati torinesi nei prossimi giorni come testimone.

Intanto, nonostante la neve di ieri, si guarda al futuro prossimo e quindi alla primavera che comporterà sicuramente un aumento dei migranti in transito verso la Francia attraverso il colle della Scala non percorribile a causa della neve da quattro mesi.

IL SINDACO DI BARDONECCHIA ha ieri ipotizzato che il servizio presente presso il presidio sanitario potrebbe necessitare di altri mediatori culturali. Il Comune di Bardonecchia, insieme a Re.Co.Sol. e Raimbow4Africa, sta cercando ulteriori traduttori e mediatori che possano operare a Ulzio.

«In settimana valuteremo di quante persone ci sarà bisogno», annuncia il sindaco Francesco Avato. «Con il miglioramento delle condizioni meteorologiche diventerà fondamentale informare i migranti dei rischi giuridici del passaggio della frontiera. I richiedenti asilo – continua il primo cittadino – se fuoriescono dal percorso di richiesta e arrivano in Francia perdono tutto e rischiano di diventare dei sans papier. Questo tipo di informazione dovrà essere implementata». Avato non dimentica che la Francia non cederà sul piano dei controlli: «Potranno addirittura aumentare e diventare più rigidi, per questo è importante che i migranti non si accorgano dei problemi all’ultimo minuto una volta arrivati a Bardonecchia. Bisognerà informarli anche prima».