«Non parliamo più di voto utile, parliamo di voto giusto» dice Giuseppe Conte, dal palco del Nuovo cinema L’Aquila a Roma, per la chiusura della campagna elettorale della candidata alla presidenza della Regione Lazio Donatella Bianchi. I 5 Stelle hanno scelto come location per l’ultimo evento una sala che fa parte dei beni sequestrati alla mafia. Si trova nell’ex quartiere popolare del Pigneto. È uno di quei luoghi rimasti a mezz’aria, tra speculazione e abbandono, gentrification e resistenze civiche.

La sala, non enorme, si riempie ben prima che Conte arrivi insieme alla giornalista Rai scelta come candidata. Quando Bianchi prende in mano il microfono non può evitare di menzionare la mancata alleanza con il centrosinistra. «Col Partito democratico non c’era coerenza di contenuti – spiega – Noi puntiamo su sanità pubblica e difesa dell’ambiente. Abbiamo sempre tenuto come bussola il programma». Poi, invitando a parlare Luciana Castellina, menziona l’appello pubblicato su questo giornale e firmato oltre che da Castellina da Fabrizio Barca, Giorgio Parisi e poi da migliaia di cittadini. «Un gruppo di intellettuali ha scritto una bella lettera per chiedere unità contro la destra – sostiene Bianchi – Ma Luciana ha detto anche che credeva in me».

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«Se mi avessero detto anni fa che avrei fatto campagna elettorale con il Movimento 5 Stelle non ci avrei creduto – annuncia Castellina – Abbiamo come obiettivo eleggere Donatella Bianchi ma anche sconfiggere Tina, acronimo di There is no alternative. La cosa più grave è che questa mancanza di alternativa è stata introiettata: ormai non si può manco pronunciare più la parola capitalismo. Bisogna ricostruire il noi, che da troppo tempo è stato sostituito dall’io. E bisogna avere la consapevolezza siamo ad un cambio d’epoca, cosa che non credo sia diffusa oggi in parlamento»

La parola passa all’ex procuratore nazionale antimafia, oggi parlamentare del M5S, Federico Cafiero de Raho: «Le mafie vengono qui a reinvestire – annuncia – Bisogna arginare l’occupazione dell’economia da parte della criminalità organizzata». L’ex ministro dell’ambiente e attuale vicepresidente della Camera Sergio Costa rievoca i tempi di quando era carabiniere e indagava proprio assieme a De Raho sulla Terra dei fuochi campana. La zona ad alto tasso tossico del Lazio si chiama Valle del Sacco, si trova in provincia di Frosinone. Costa rivendica di aver stanziato, da ministro, i soldi della bonifica per quell’area. E assicura: «Serve che ci sia Donatella in Regione perché quei soldi vengano spesi».

«Noi abbiamo la candidata migliore, la più solida, competente e determinata – dice Conte Nell’ultimo scorcio di questa campagna elettorale stanno rispolverando un espediente da Prima Repubblica, l’utilitarismo portato in politica. Soltanto che noi Donatella Bianchi non la cambiamo con nessuno, non la cambiamo con d’Amato e men che meno con Rocca. Donatella interpreta il nostro programma, non è un’accozzaglia, è un programma anche con storie diverse ma verso obiettivi condivisi, impegni comuni».

AI margini, vecchie conoscenze del centrosinistra come Alfonso Pecoraro Scanio e Stefano Fassina, sono tra gli animatori della lista «polo progressista» che per la prima volta, da sinistra, accompagna il Movimento 5 Stelle, e lanciano gli ultimi appelli al voto via social. La partita nella partita del Lazio riguarda anche questo: l’egemonia sul centrosinistra che verrà e i rapporti di forza della coalizione che nei prossimi anni proverà a sfidare la destra di Giorgia Meloni.