Il Tribunale bielorusso di Brest ha condannato Olga Karatch a 12 anni di carcere e 600mila rubli di multa (170mila euro). Riconosciuta colpevole dei reati di «tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali», con le aggravanti di «screditamento della Repubblica di Bielorussia» e «diffamazione di Aleksandr Lukashenko», di aver contribuito alla «creazione di una formazione estremista», insieme a lei sono stati condannati in contumacia altri quattro attivisti.

Il regime bielorusso ha utilizzato articoli del codice penale e della legislazione «antiterrorista» per i quali è prevista anche la pena di morte.

Olga Karatch, premio Alexander Langer 2023, testimone della Campagna di Obiezione alla guerra, l’ha presa con ironia e sulla sua pagina Facebook ha scritto: «Mi accusano come se avessi fatto qualcosa di brutto. Spero ancora di partecipare a qualche colpo di stato in Bielorussia».

Olga, che ora vive a Vilnius, è la difensora dei diritti degli obiettori di coscienza, per i quali chiede diritto di protezione in tutti gli stati Ue come rifugiati politici.

Anche suo marito Oleg Borshevskij, attivista e giornalista, è perseguitato. Il suo permesso di soggiorno scade il 23 agosto prossimo, ora è sospeso, non può più accedere alle cure sanitarie e al conto corrente bancario, ed è stato ufficialmente invitato a lasciare il paese e tornare in Bielorussia.

Mikita Sviryd è un disertore bielorusso che nel maggio 2022 ha abbandonato uniforme e fucile durante un’esercitazione militare vicino al confine ed è fuggito illegalmente in Lituania perché temeva che l’esercito bielorusso andasse in Ucraina ad aiutare la Russia.

La sua richiesta di asilo è stata respinta anche dalla Corte suprema. La motivazione ufficiale è che può tornare in Bielorussia senza correre alcun pericolo.

Vitali Dvarashyn al suo arrivo in Lituania come obiettore di coscienza, aveva ottenuto il permesso di soggiorno, un alloggio ed un lavoro, dopo mesi di permanenza in un campo profughi.

Nel gennaio di quest’anno il permesso gli è stato ritirato, con la motivazione che rappresenta un pericolo per la sicurezza della Lituania. Rimasto senza lavoro e casa, ha fatto perdere le sue tracce con una rocambolesca fuga quando il 13 giugno agenti del Dipartimento immigrazione sono andati al suo domicilio a cercarlo.

Aleh Barshcheuski è un giornalista indipendente bielorusso che scrive sul sito dell’organizzazione democratica Our House, recentemente minacciato di espulsione dalla Lituania.

Dopo una estenuante odissea burocratica per ottenere protezione internazionale ora il Dipartimento immigrazione gli ha fatto sapere che il suo permesso è «sospeso a tempo indeterminato».

Il presidente del Beoc (Ufficio Europeo Obiezione di Coscienza) Daniele Taurino ha detto che«diventa ancora più urgente la richiesta di protezione per Olga e dell’asilo per tutti gli obiettori, domande non ancora accolte dall’Ue».

La Campagna di Obiezione alla guerra del Movimento Nonviolento, le organizzazioni internazionali Ebco/Beoc, WRI e IFOR e la Rete italiana Pace e Disarmo stanno preparando iniziative coordinate di solidarietà e protesta.