Dalle partigiane di ieri alla partigiane di oggi, un appello per la pace e per il lavoro. Si apre oggi a Roma, all’Università La Sapienza, il convegno «Libere di essere», organizzato dal Coordinamento nazionale donne dell’Anpi. A 80 anni dall’inizio della Resistenza e dalla costituzione dei Gruppi di Difesa delle Donne, l’Anpi ha riunito sindacati e associazioni di donne come Cgil, Cisl, Uil, Cif (Centro italiano femminile), Udi (Unione donne italiane), Unione degli universitari e Casa internazionale delle donne, per lanciare un appello in vista del 25 novembre, solidale con le donne impegnate nelle resistenze di tutto il mondo. «Siamo riuscite a creare una piattaforma unitaria – spiega Tamara Ferretti, responsabile del coordinamento donne dell’associazione partigiani – che vogliamo lanciare in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne». Per le donne Anpi «dalla Memoria può arrivare un messaggio per il presente e il futuro delle giovani e dei giovani nel riaffermare i valori di giustizia, di uguaglianza e di pace, contro ogni violenza».

La due giorni, dopo il saluto del presidente Pagliarulo, si aprirà oggi con un panel di storiche e saggiste (tra le quali Mirella Serri, Daniela Padovan, Fiorenza Taricone, Lorenza Fornasir) dedicato alla Resistenza, seguito da «La solidarietà e la pace» con Cisda e attiviste curde e iraniane. «Se le Brigate partigiane non avessero avuto il sostegno della popolazione civile e in particolare delle donne – dice ancora Ferretti – non avrebbero potuto combattere e sopravvivere. Con lo stesso spirito rivolgiamo lo sguardo alla condizione delle donne di Paesi in guerra o a cui sono negati i più elementari diritti».

La giornata di domani sarà incentrata sulle sfide per la piena attuazione della Costituzione: «Abbiamo riunito tante competenze delle donne nel lavoro, nello stato sociale, nella cultura: dalla medica che si occupa dei migranti sulla rotta balcanica all’ingegnera esperta di domotica», spiega ancora Ferretti. Sabato sarà lanciata la piattaforma comune. «Le donne sono state e sono motore dei cambiamenti. L’appello ribadisce che per cambiare il mondo bisogna esserci, come le partigiane che scelsero anche di combattere espressamente per le donne, chiedendo la proibizione dello sfruttamento, l’uguaglianza di retribuzione, l’accesso a qualsiasi impiego e organizzazione politica e sindacale in condizioni di parità, il diritto di voto», spiegano dall’Anpi.

«Da sempre ci occupiamo di fragilità e siamo sorelle delle donne che vivono in Paesi che ne oscurano e ne disconoscono il diritto di essere – si legge nella piattaforma – oggi è nuovamente l’ora di riprendere voce e di rimettere in campo la nostra determinazione e il nostro protagonismo perché contrastare e combattere violenza di genere e femminicidi vuol dire in primo luogo cambiare il modello culturale e sociale per riconoscere dignità e parola ad ogni essere umano: e noi ci saremo, partigiane sempre».