Le mail sono partite venerdì scorso. Destinatari una cinquantina di associazioni, movimenti, personalità. Quasi tutti vecchi compagni di strada: Emergency, Libera, Arci, Giustizia e Libertà, vari costituzionalisti. Come nuovi compagni di viaggio si possono citare gli studenti, le partite Iva, i freelance, perfino i gruppi cattolici. Una vera «rete» da aprire «sul territorio».

Nessun partito invitato, nessun partito all’orizzonte. Ma, si sa, la panna mediatica si monta in fretta. Ed è bastato un articolo del Corriere della Sera che dava conto della lettera del segretario generale della Fiom per creare un pandemonio: «Nasce la Podemos di Landini».

Questa mattina alle 10 invece alla sala Airoldi del seminterrato della palazzina ex Flm di Corso Trieste 36 si terrà semplicemente la prima riunione di un lungo percorso della già ampiamente annunciata «coalizione sociale». La volontà è quella di «una chiacchierata informale» partendo da chi ha partecipato a “La via maestra” a difesa della costituzione due anni fa. Un confronto chiuso ai media che tra i partecipanti non avrà nomi altisonanti anche perché non ci saranno né Gino Strada (il primo a dire sì pubblicamente al progetto) né Don Ciotti, impegnati altrove e sostituiti da loro collaboratori, mentre Stefano Rodotà è ancora alle prese coi postumi di una frattura alla gamba.

La novità comunque c’è ed è rilevante. La Fiom è la promotrice di questo progetto e ha un’idea su come portarlo avanti. La forma che dovrebbe prendere la «coalizione sociale» è quella di «un’associazione di associazioni», sulla falsariga di “Libera” di Don Ciotti che non a caso è in prima fila nella partita. Un appuntamento più istituzionale per lanciare il progetto dovrebbe esserci a metà aprile.

Nessuno – tanto meno Landini – si è dilettato con nomi o simboli. Al momento l’unico nome e l’unica proposta è semplicemtne «coalizione sociale», definito «uno spartito» ancora tutto da scrivere. Con alcuni caposaldi però: indipendenza, autonomia, pensiero collettivo. Fare politica – «come la Fiom fa da 115 anni» – promuovendo la partecipazione, seguendo i principi della Costituzione.

L’idea di Landini – che oggi sarà esaminata dagli altri movimenti e da buona parte del gruppo dirigente nazionale e locale della Fiom – è quello di darsi obiettivi stringenti a partire dal tema lavoro. Lo scopo è riconquistare diritti in tutti i campi: beni comuni, giustizia, partecipazione. Gli strumenti saranno vari: dal referendum abrogativo a quello propositivo, dalla legge di iniziativa popolare alla contrattazione sociale sul territorio. Nessuna partecipazione diretta a qualsiasi tipo di elezione, ma non si esclude di appoggiare singoli candidati o movimenti locali. In stretto rapporto – come è sempre stato – con i partiti e movimenti politici della sinistra. Il modello dunque non è Podemos (partito nato da una protesta sociale) o Syriza (federazione di partiti e movimenti).

«Io non so parlare né spagnolo né inglese, parlo a malapena l’italiano. Quello di domani (oggi, ndr) è solo l’avvio per dare sostanza a una lotta per cambiare il paese non come vogliono governo o Confindustria ma come vogliono le persone che hanno a cuore giustizia sociale, libertà e i diritti del lavoro», ha ribadito Landini. Se proprio si vuole guardare a un modello, ad un esempio del passato si può pensare al sindacato che in Inghilterra finanziava il Labour o alla rinascita del partito socialista francese.

Nel frattempo in agenda c’è già un appuntamento a Firenze il 23 marzo. E la manifestazione del 28 marzo, che da ieri ha anche un nome e un programma: si chiamerà “Unions”, la primavera dei diritti e si terrà di (sabato) pomeriggio a Roma con corteo da piazza Esedra (ore 14) a piazza del Popolo, esattamente lo stesso programma de “La via maestra” del 12 ottobre 2013.

Landini ha lanciato l’idea della coalizione sociale a novembre: mettere assieme chi ci sta contro Renzi e la sua coalizione con Confindustria. A Cervia tre settimane fa ha avuto il via libera da parte dell’assemblea nazionale dei delegati. Il documento con al centro il progetto di «coalizione sociale» ha ricevuto con oltre il 90 per cento avendo il voto favorevole anche della componente riformista dei “camussiani” guidati da Gianni Venturi. La stessa Camusso è stata messa al corrente del progetto e delle riunioni già organizzate. Non che questo abbia diminuito la sua contrarietà, ma (i probabili) attacchi che arriveranno da altri esponenti della Cgil hanno comunque uno scudo solido nel fatto che l’operazione è già stata spiegata e illustrata ai vertici di Corso Italia.