«Quando si parla di rendere l’America di nuovo grande tutti di solito pensano agli anni Cinquanta, all’epoca di Eisenhower: quando se eri un uomo, bianco ed eterosessuale, ti andava tutto bene», dice all’incontro con la stampa George Clooney, a Venezia per presentare il suo nuovo film: Suburbicon. Un film ambientato proprio nella «grande» America di allora, in una cittadina residenziale immaginaria: uno dei tanti «paradisi» della middle class bianca statunitense. I fatti che vi accadono, spiega però Clooney, sono tratti da ciò che realmente accadde in un sobborgo della Pennsylvania degli anni Cinquanta quando vi si trasferì la prima famiglia...