La 59/a fiera dedicata alla letteratura «young» torna finalmente in presenza dal 21 al 24 marzo a Bologna, con mille espositori da novanta paesi, Sharjah ospite, un focus sull’editoria africana e un altro sul fumetto, tra le mostre quella sui libri ucraini e l’esposizione Indie Italian Publishers, in omaggio ai piccoli editori nazionali. Presenti gli scrittori Yuval Noah Harari e Etgar Keret – quest’ultimo il 22 interverrà sulla situazione attuale con il suo intervento What stories can you tell in times of war?

Come ogni anno, in occasione di Children’s Book Fair, le case editrici presentano le loro novità o fanno riemergere dal catalogo i titoli migliori. Questo è il nostro percorso di buone letture rivolto soprattutto ai più piccoli, cui la pandemia e poi la guerra hanno rubato la leggerezza dell’infanzia.
In apertura, come oggetto apotropaico, un albo imperdibile in tempi di mascherine e vicinanze proibite: è quel Catalogo ragionatissimo di tutti i sorrisi (scritto e illustrato da Roberta Angeletti, Quinto Quarto edizioni, pp. 90, euro 18) che archivia, come in una cartografia sentimentale, il sorriso di nonna Elisabetta con i denti finti ma anche quello a cuore della maestra supplente o a farfalla dell’amica di mamma, senza dimenticare le inaspettate apparizioni dei sorrisi «a rastrello».

Piange invece il grande pachiderma che non ricorda più niente: si è perduto e se non fosse per l’incontro fortunato con un bambino vivace e affettuoso, affogherebbe nella sua stessa tristezza. Arturo e l’elefante è l’albo dell’illustratrice catalana Maria Girón (Il Castoro, pp. 48, euro 13,50): una storia semplice in cui l’amicizia sconfigge la malinconia trasformandosi in un balsamo contro lo spauracchio della solitudine e in uno stimolo per ritrovare la propria strada e affetti.

C’è anche un altro non umano che si staglia come un gigante nell’orizzonte della fiera di Bologna: è il cane magico Guinefort, cui la casa editrice Lupoguido dedica il suo stand (martedì 22 ci saranno le autrici a presentarlo). Scritto dalla libraia romana Barbara Ferraro e disegnato da Francesca Ballarini (pp. 40, euro 15) racconta della fuga da casa di due fratelli in cerca di rimedi con cui curare la mamma ammalata. Guinefort è un cane fatato ma vive in Francia e bisognerà trovarlo. Il libro riecheggia la leggenda medievale che volle fare santo un levriero. Per secoli, la sua tomba fu meta di pellegrinaggi ma il suo culto venne poi abolito negli anni ’30 del ’900.

È ancora una coppia esploratrice – fratello e sorella – quella che sogna giungle, foreste e praterie immense fra le quattro pareti della cameretta, volando con l’immaginazione in posti meravigliosi. Per la perlustrazione fantasiosa è necessaria una protettiva Tana, quella descritta da Melania Longo e magistralmente tratteggiata da Alessandro Sanna (Il Castoro, pp. 48, euro 14). Un puro viaggio nello stupore, da compiere insieme agli autori (lunedì 21).

Se i bambini sanno giocare con realtà parallele, dietro l’angolo si nasconde un’insidia, un’«intrusa» che però ha effetti sorprendenti: Uffa che noia di Shinsuke Yoshitake (Fatatrac, pp. 40, euro 15,90) svela le mille avventure nascoste nell’atto di annoiarsi in una sequenza di accadimenti che coinvolgono il protagonista il quale, alla fine, non avrà il tempo di coltivare la sua scontentezza e si dovrà ricredere. «Sulla casa di mattoni l’ora immobile è un incanto. Dentro il momento fermo m’invento e poi divento». Pensa così (in rima) il protagonista del poetico La noia dei pomeriggi senza fine (Bompiani, pp.36, euro 15) di Gaël Faye (illustrazioni di Hippolyte), impastando il suo tempo libero con elementi di natura. L’autore, nato in Burundi, racconta i suoi stessi ricordi di infanzia e adolescenza.

Di certo non sanno cosa sia il tedio nello spaventevole paese di Limboland Presto & Zesto, i due strampalati personaggi scaturiti dalle penne di due amici speciali, Arthur Yorinks Maurice Sendak (Adelphi, pp.28, euro 18): una favola infarcita di non sense che ha come perno narrativo la ricerca di un regalo di nozze per il matrimonio fra barbabietole (che poi sarà la cornamusa rubata al mostro Bumbo). «Presto» era il soprannome che Sendak aveva affibbiato a Yorinks un giorno che arrivò in anticipo a casa sua; in cambio, lui era diventato Zesto.

L’albo è un fortunato ritrovamento: le tavole di queste oniriche rime risalgono al 1990 quando l’autore lavorò per una produzione della London Symphony Orchestra dedicata a Rikadla, opera del compositore ceco Janácek.
Una minestra di barbabietola che in sogno fa diventare re e regine tutti violetti è anche quella che popola le notti dello chef di Zuppa Lepron, messa a cucinare fra le pagine da Giovanna Zoboli, con le splendide illustrazioni di Mariachiara di Giorgio (Topipittori, pp. 48, euro 20).

Vengono da ogni parte del globo per assaggiarla, è squisita nonostante la ricetta semplice che mescola ortaggi dei contadini del vicinato. Ma se un’attività di allegra e creativa condivisione diventa «industria», ecco che gli incubi cominciano a tempestare il signor Lepron, togliendo ogni piacere in cucina e anche nella vita. Una via d’uscita però c’è. E questo prodigioso cuoco di zuppe non esiterà a metterla in atto.

La scappatoia per la felicità invece è negata alle ingenue pecore che si fidano del più grande felino esistente sul pianeta. Nel seducente albo L’indovinello della tigre di Fabian Negrin (Corsare, pp. 80 euro 18), le pecore nascoste in una grotta provano a uscire una dopo l’altra attirate dal predatore: lui fa promesse che naturalmente non mantiene mai e si riempirà la pancia (ma non per molto).

Infine, un libro che è un rompicapo artistico: Unico nel suo genere di Neil Packer, uscito per Camelozampa (pp.48, euro 25) gioca con le classificazioni – nuvole, strade, animali, tempo. Arvo è il bambino che attraversa quell’archivio mirabolante. Packer sarà a Bologna, con una mostra presso Zoo e alcuni eventi alla Children’s Book Fair.