Che cosa è l’Acropoli con il Partenone? Il simbolo della civiltà europea e occidentale, risponderà qualche lettore ingenuo e idealista. No, per il premier greco Kyriakos Mitsotakis l’Acropoli e il Partenone non sono altro che un’attrazione, un richiamo per il turismo di massa, una fabbrica di soldi. L’antico monumento vale solo se diventa più agibile, facilmente fruibile e più produttivo. Altrimenti, potrebbe pensare il brillante neoliberista che governa la Grecia, a che serve?

Ecco quindi che la destra al governo si è data il compito di rendere più accessibile l’antica rocca. L’impresa è stata affidata alla ministra della Cultura Lina Mendoni, archeologa lei stessa, ex socialista, ora fedele esecutore del geniale piano governativo, elaborato in comune con un’istituzione privata.

TRE GIORNI FA è emerso che, durante i lavori svolti in cima alla rocca, nel cuore dell’area archeologica, è stato usato il martello pneumatico. Il lavoro, condotto da un’impresa edile scelta dal ministero, era per aprire i piccoli canali di scorrimento dell’acqua piovana. Il martello, che doveva smaltire i residui di un vecchio canale, ha colpito un manufatto. È un pezzo scolpito di marmo pentelico che giaceva qualche metro sotto la superficie, tra gli altri marmi che non sono stati integrati nei monumenti. La foto con l’evidente ferita è stata pubblicata su Avghi, il giornale di Syriza, dopo che la ministra ha accusato l’opposizione di diffondere fake news. Era stata invece Mendoni ad assicurare che erano state pienamente rispettate le regole: supervisione dei lavori da parte degli archeologi e divieto di usare macchinari pesanti.

Il martello è solo l’ultimo atto distruttivo portato avanti dall’archeologa che non ama le antichità. Pochi giorni fa circa 600 studiosi di fama internazionale hanno sottoscritto un appello intitolato «Acropoli Sos», mentre due giornali francesi, Libération e Le Monde, hanno dedicato ampi servizi ai pesantissimi lavori di pavimentazione svolti dal ministero dall’ingresso sul lato sud fino alla cima della rocca, proprio attorno al Partenone e all’Eretteo. Una pista costruita su abbondante calcestruzzo e cemento armato poi ricoperto con una buona dose di asfalto.

L’architetto Tasos Tanoulas, il restauratore dei Propilei, ha raccontato a Libération che vederla è stato un grande choc: «Quando io ero responsabile dei lavori, si facevano tutti manualmente. Ora tutto sembra fatto in maniera industriale. Hanno usato macchinari pesanti che hanno danneggiato le strutture». Secondo l’architetto, che ha svolto quasi tutta la sua carriera su questa storica rocca, «l’Acropoli riporta in sé varie testimonianze tangibili del nostro passato. Non sono solo gli edifici a ricomporre questo passato, ma tutta l’area. Ora le rocce sono state coperte. E con loro è stata coperta anche una parte della nostra storia».

«Delitto contro l’Acropoli» ha definito la «cementificazione» l’archeologa Despina Koutsouba, presidente dell’Associazione degli Archeologi Greci: «Sembra una pista ciclabile buona per andare su skateboard e non un’area storica in cui si va per ammirare le antichità».

L’ORRIPILANTE SERPENTE che si espande tra i marmi e le antiche rocce dovrebbe rendere più accessibile il monumento alle persone con difficoltà. In aprile però un visitatore in carrozzella è scivolato e si è ferito. Ma già all’inizio dei lavori l’architetto Tanoulas aveva suonato il campanello d’allarme per l’eventualità che la cementazione della rocca potesse impedire lo scorrere delle acque ed allagare i monumenti. Come è puntualmente avvenuto a dicembre.

LA BRUTALITÀ e l’approssimazione con cui le autorità governative trattano il monumento è emersa anche in occasione dell’installazione sul lato est, addosso all’antica muraglia, dell’ascensore per visitatori che hanno difficoltà a fare una salita di ben 157 metri. Il vecchio ascensore era da tempo fuori servizio e l’allora opposizione di destra aveva orchestrato una campagna contro Tsipras accusato di negligenza.

Dopo la vittoria elettorale Mitsotakis ci ha impiegato due anni non per ripararlo ma per metterne uno nuovo. Ha coinvolto finanziatori privati, dimenticando di ottenere i permessi dovuti per il suo funzionamento ma soprattutto, con nuovi interventi invasivi sulla muraglia dell’Acropoli. Tanto che, come ha denunciato l’archeologa Koutsouba, nel corso dei lavori, sempre senza alcuna supervisione da parte della sovrintendenza, sono stati distrutti ben tre antichi mattoni di porfido, dei pochissimi ancora rimasti. Ma l’importante era dare spettacolo con l’inaugurazione in presenza dello stesso Mitsotakis. Attualmente l’ascensore batte la fiacca, perché un perno sabotatore si surriscalda e si rifiuta di lavorare.