Centers for Disease Control, Cdc, da mesi ormai ripetono che per gli americani completamente vaccinati, il rischio di essere ricoverati in ospedale o di morire di Covid-19 è basso, molto più basso del rischio che corrono le persone non vaccinate, e che quei rari casi in cui una persona completamente vaccinata viene infettata, riguardano gli adulti più anziani e le persone con plurime condizioni mediche pregresse e il sistema immunitario compromesso.

AL 30 AGOSTO, i Cdc avevano ricevuto segnalazioni per un totale di 12.908 casi gravi di Covid-19 riguardanti persone completamente vaccinate, che su gli oltre 173 milioni di persone completamente vaccinate entro la stessa data, rappresenta meno di 1 su 13.000.
Nonostante i numeri più che incoraggianti riguardo l’efficacia dei vaccini, la politicizzazione di ogni misura anti covid continua a portare gli Stati Uniti a viaggiare a due velocità, con gli Stati a guida democratica che vantano percentuali di vaccinati rispettabili, mentre quelli a maggioranza repubblicana oppongono resistenze praticamente a tutto, non solo ai vaccini, ma anche all’uso di mascherine, alle chiusure, alle entrate contingentate nei locali.

QUESTO TIPO DI APPROCCIO si innesta su un territorio reso molto più pericoloso a causa dall’alta trasmissibilità della variante delta che ha messo in crisi anche gli Stati più virtuosi, e i dati diffusi dal Cdc confermano ciò che temevano i medici: da quando la scuola è ricominciata ad essere più colpiti dal Covid-19 sono i bambini.

«Questo virus sta davvero attaccando le persone che non sono vaccinate – ha affermato la dottoressa Edith Bracho-Sanchez, professore associato di pediatria presso l’Irving Medical Center della Columbia University – E tra questi gruppi di persone ci sono i bambini in quanto non si qualificano per il vaccino». Da martedì in Usa sono stati ricoverati per Covid-19 2.396 bambini, un numero record che non fa presagire niente di buono per l’autunno che si sta avvicinando.

LOS ANGELES è pronta a diventare il primo grande distretto scolastico degli Stati Uniti a richiedere che gli studenti siano vaccinati per poter frequentare le lezioni di persona; San Francisco sta preparando dei siti di vaccinazione di massa per somministrare la dose di richiamo del vaccino Pfizer; New York ha le norme più restrittive in quanto all’accesso ai locali pubblici per i non vaccinati, ma tutte queste iniziative sono locali.

PER DARE UN MESSAGGIO chiaro sulla direzione unitaria da prendere, ieri Joe Biden ha spiegato alla nazione quali sono i passi che la sua amministrazione intende fare per contrastare la pandemia.

Il discorso si è tenuto alle 17 ora di Washington, troppo tardi per noi, ma le anticipazioni trapelate parlano di un ordine esecutivo per richiedere a tutti i dipendenti federali di essere vaccinati, senza alcuna alternativa per i tamponi.

L’ordine esecutivo si estenderà anche agli appaltatori che lavorano con il governo degli Stati Uniti, con un impatto totale di 2,1 milioni di dipendenti. Biden precedentemente aveva già ordinato a tutti i dipendenti federali di dimostrare il proprio stato di vaccinazione o di sottoporsi a una serie di rigorosi protocolli di sicurezza, ma questa volta il passo è più drastico.

IL DISCORSO è stato anticipatamente descritto come un punto di svolta per gli Stati Uniti in cui Biden dovrebbe rivolgersi anche ai settori privati chiedendo di seguire il governo nella sua strategia.

Il piano di Biden si articola intorno a 6 punti: più vaccinazioni, riapertura delle scuole in sicurezza, aumento dei tamponi, migliore assistenza e cure per i pazienti, e nuovi stimoli per la ripresa economica.

Oltre a voler dare un’impronta unitaria agli Usa Biden prevede anche di convocare un vertice globale durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà la settimana del 20 settembre, per rispondere alla crisi del coronavirus e aumentare la fornitura di vaccini ai paesi in via di sviluppo.
A riportarlo è stato il Washington Post, citando tre fonti anonime. Gli argomenti includeranno il coordinamento tra i leader di tutto il mondo per affrontare la crisi sanitaria e combattere le disuguaglianze, incluso il fatto che i Paesi in via di sviluppo non hanno sufficiente accesso alle vaccinazioni.