Le nostre città sono soffocate dalla presenza delle auto. Ridurre il numero delle auto è necessario perché è l’azione che può incidere di più sul contrasto al cambiamento climatico e sulla riduzione delle diseguaglianze. L’eccesso di auto è la causa della sosta irregolare, che, a sua volta, incide tantissimo sulla sicurezza stradale: parcheggi selvaggi su marciapiedi, strisce pedonali e incroci obbligano le persone a piedi e in bici a slalom pericolosi, riduce la visibilità di chi guida e di chi attraversa. E, inoltre, danneggia il (poco) verde cittadino, pesando sulle radici degli alberi e sottraendo spazio pubblico alle persone.

QUESTE SONO LE MOTIVAZIONI principali per le quali giovedì 16 maggio, dalle 18 fino all’una di notte, a Milano si è svolta Via libera, un’iniziativa unica, mai accaduta al mondo: la mappatura della sosta irregolare di tutta la città, strada per strada. Duemila attiviste e attivisti, divisi in 800 squadre da 1 a 3 persone (ma in molti casi erano anche di più), hanno percorso a piedi o in bici, tutte le 3.873 vie di Milano contando 63.990 le auto in sosta vietata, di cui 37 mila in carreggiata (in doppia fila, su strisce pedonali, agli incroci), 15 mila sul marciapiede, 11 mila nelle aree verdi, tra cui soprattutto quelle parcheggiate sotto gli alberi (o meglio sopra le loro radici). 64 mila auto parcheggiate corrispondono a 32 volte piazza del Duomo.

«VIA LIBERA» E’ STATO UN SUCCESSO per la straordinaria partecipazione (il nostro obiettivo erano 600 persone) e perché è stata una grande festa collettiva, entusiasmante: donne e uomini (età media 30 anni) e tante famiglie con bambini e bambine, sguinzagliate a contare le auto in sosta irregolare intorno alle loro scuole. Per permettere a centinaia di persone di contare le auto abbiamo sviluppato una web-app dedicata, dentro la quale ogni squadra trovava l’elenco delle strade da mappare e le tre categorie di sosta irregolare: marciapiede, carreggiata, area verde. Abbiamo organizzato una parking room, il nostro centro di coordinamento, alla birreria Linearetta, dove abbiamo installato 10 computer con 5 schermi, da cui abbiamo dato assistenza tecnica alle squadre mappatrici. All’inizio della serata la mappa di Milano era tutta rossa, man mano che le strade venivano mappate si colorava di giallo e poi, quando le squadre avevano finito il loro lavoro le aree mappate diventavano verdi. Tante persone dopo aver mappato ci hanno raggiunto per festeggiare con una birra e per fare una foto con il numero delle auto mappate. Quando all’una di notte tutta la mappa è diventata verde è stato un momento catartico!

NELLE ORE IMMEDIATAMENTE SUCCESSIVE alla mappatura ci sono arrivate decine di messaggi di questo genere, che testimoniano l’energia pazzesca che si è generata quella sera: «Siamo 4 ragazze/i, di varie città italiane, nonostante ci siamo trasferite/i a Milano ormai molti anni fa, faticavamo a sentirla davvero nostra, perché non riuscivamo a vedere quello che abbiamo visto stasera: un gruppo di persone unito per un bene comune e per cercare di cambiare positivamente la città che vivono. Grazie, perché stasera abbiamo sentito Milano la nostra città al 100%. Chissà che un giorno non mapperemo anche le nostre città di nascita».

DA DECENNI LA PRESENZA DELLE AUTO in sosta selvaggia viene completamente tollerata dal Comune di Milano. È la normalità. È una situazione che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente, ma al contempo è invisibile, nessuno se ne occupa, nonostante la sosta irregolare sia anche un grosso problema per la sicurezza stradale: le auto parcheggiate illegalmente agli incroci, spesso anche sulle strisce pedonali, riducono la visibilità di chi guida e di chi deve attraversare la strada e causa scontri tra auto oppure – ancora più grave – con persone che si muovono a piedi o in bici.

NON SOLO. COME DIMOSTRA L’ESPERIENZA di molte città in Europa, l’ampia disponibilità di parcheggi determina un utilizzo eccessivo dell’auto privata. Per questo motivo Berlino, Londra, Parigi e Barcellona stanno progressivamente riducendo i posti per parcheggiare auto nelle strade. I dati parlano chiaro: Milano ha 300 mila parcheggi in strada, corrispondenti a 22 parcheggi ogni 100 abitanti, contro i 7 parcheggi di Barcellona e i 6 parcheggi di Parigi. E – di conseguenza – abbiamo i più alti tassi di motorizzazione: 50 auto ogni 100 abitanti, a Parigi sono 25, a Barcellona 36.

UN’ALTRA QUESTIONE MOLTO IMPORTANTE: la sosta selvaggia non è altro che un uso improprio dello spazio pubblico, che dovrebbe essere a disposizione per le persone, per i bambini e le bambine: in un posto auto quante cose si possono fare? Ci può stare un tavolo con delle panche, dove fare un pic-nic, parlare, giocare, incontrarsi. La realizzazione delle «strade scolastiche» in alcune città sta trasformando la vita dei bambini e dei loro genitori: queste vie libere dalle auto diventano luoghi di ritrovo prima e dopo l’orario scolastico, e anche il sabato e la domenica sono spazi in cui sta prende vita una nuova socialità ritrovata. La sosta irregolare è anche un danno per l’ambiente, come per le radici degli alberi, perché il peso delle auto provoca un indebolimento delle piante, che alla lunga diventano più fragili.

MA NON E’ TUTTO. LA SOSTA SELVAGGIA è anche una questione di giustizia sociale verso le categorie più fragili della società, che nelle grandi aree urbane non possiedono automobili, che generalmente appartengono alle fasce più abbienti. L’assenza di politiche urbane che affrontano seriamente il problema dei parcheggi abusivi favorisce un ambiente sociale ostile, dove gli interessi degli automobilisti prevalgono sui diritti dei cittadini di avere uno spazio pubblico accessibile, sicuro e inclusivo.

CHIEDIAMO AL COMUNE DI MILANO di affrontare questa questione con un piano che preveda la restituzione dello spazio pubblico alla persone, che affronti quattro aspetti: la «dimensione culturale» per spiegare alle persone che la sosta irregolare impatta negativamente sul benessere di tutti e che il diritto inviolabile è quello al benessere e alla salute, e non al possesso dell’automobile; prevedere l’installazione di infrastrutture poco costose, come paletti e doppi cordoli, che impediscano fisicamente la sosta irregolare su marciapiede, aree verdi, incroci e strisce pedonali; rafforzare il trasporto pubblico, aumentare le aree pedonali, allargare i marciapiedi, costruire una rete ciclabile continua e progettata secondo gli standard moderni, promuovere il car-pooling; incrementare i controlli dei vigili non in funzione punitiva ma disincentivante.

DA OLTRE DUE ANNI COME Sai che puoi? ci interrogavamo su come aumentare la consapevolezza sulla sosta selvaggia e, di conseguenza, come cercare di fare breccia sull’immobilismo della politica. L’ idea di organizzare un evento partecipato, dal basso e diffuso, ci è sembrata la soluzione più efficace per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica, ma anche per rafforzare una comunità di persone che crede possibile un futuro diverso per le nostre città.

* Attivista di «Sai che puoi?»